Mamma, mi racconti una storia? Quante volte abbiamo sentito dire a un bambino questa frase e nella sua richiesta abbiamo riconosciuto non solo il bisogno infantile di far correre fantasia e immaginazione, ma quello più profondo e innato del raccontarsi. Si tramandavano le storie attorno a un fuoco gli antichi e il più grande poema classico, l’Odissea, pare sia stata narrata a voce da un vecchio cieco, Omero, prima di essere probabilmente trascritto.
Attraverso i secoli la voglia di raccontarsi non è cambiata, ha solo trovato nuovi canali di comunicazione, tanto che quando in redazione abbiamo lanciato il ConfyLab, pensando a esordienti scrittrici, non pensavamo neanche noi di ricevere così tanti racconti.
Nella società dei social media, dove certo non mancano gli strumenti di comunicazione e i modi per esprimersi, ma dove purtroppo ci si sente sempre più soli e invisibili, nonostante l’esposizione continua del proprio io, potrebbe sembrare anacronistico raccontarsi, scrivendo una storia.
Invece no e a dirlo sono le centinaia se non migliaia di racconti giunti alla nostra redazione da persone comuni, alcune forse più addentro al mondo della scrittura di altre, ma sicuramente voci genuine e autentiche che sulla carta hanno impresso le loro vite, i sentimenti, le paure, donandoci parte di sé senza neanche conoscerci. Perché ognuno di noi ha una storia da raccontare.
Anche se ci vuole coraggio a mettere a nudo le proprie paure, le ansie, le sconfitte e mi ha stupito che molte di queste nuove autrici e autori (sì ci sono anche gli uomini!) abbiano voluto lasciare i loro racconti autobiografici, senza trincerarsi dietro a pseudonimi, nonostante parlassero di temi scomodi, disagi personali, problemi familiari, incarnando in questo in pieno lo spirito di Confidenze.
Tutti conosciamo l’infinito potere terapeutico della scrittura che è una vera arte maieutica, sa tirar fuori pezzi di noi che altrimenti resterebbero sopiti nell’animo, magari a tormentarci per sempre. E nel vederli sulla carta si realizza quella distanza tra noi e le cose, tra noi e le nostre ansie, che è già di per sé terapeutica.
Non troverete solo storie d’amore nel ConfyLab, ma una policromia di sentimenti, un ventaglio di emozioni capaci di riproporci la meravigliosa complessità e fragilità dell’animo umano.
Per questo diamo un benvenuto a tutti gli autori del ConfyLab invitandoli a seguire Confidenze, a entrare a far parte di questa grande famiglia, che come scrive il direttore Angelina Spinoni, nell’editoriale di questo numero, “si allarga ed evolve accogliendo nuovi membri”.
Alle lettrici più affezionate che ci seguono da sempre chiediamo come al solito di votare su Facebook la storia che gli è piaciuta di più. Sui prossimi numeri pubblicheremo via via altri racconti del ConfyLab, affiancandoli a quelli degli autori più consolidati che ci seguono da più tempo. Buona lettura a tutti.
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