I più fortunati si godono la vista di un albero vero in giardino, con le sue decorazioni e le sue luci. In mancanza di questo privilegio, la versione sintetica del simbolo natalizio forse più amato (e non solo dai bambini) resiste alla volatilità delle mode: agghindare l’abete può richiedere pazienza, ma è un modo divertente per aprire il periodo delle feste e aggiungere calore e colore all’atmosfera di casa.
Che tu prediliga le classiche palline variopinte, scelga l’eleganza del bicolore o fantasiosi addobbi fai-da-te, sapere che dagli aghi della pianta che addobbi si ricava un rimedio benefico ti farà magari apprezzare ancora di più lo spettacolo dell’albero di Natale. L’olio essenziale di abete, che trovi in erboristeria, ha proprietà espettoranti, balsamiche e antireumatiche. Puoi diluirne una decina di gocce in 50 millilitri di olio di mandorle dolci e utilizzare la miscela per massaggi sul petto, e l’aria tagliente di dicembre ha fatto spuntare una tosse che fa fatica a passare, o su quelle zone del corpo che reagiscono al freddo e all’umidità con dolori e nevralgie. Una sola precauzione: in persone predisposte, l’olio essenziale di abete può provocare irritazioni o reazioni allergiche. Ci si cautela, versandone una sola goccia nell’incavo del braccio e osservando la comparsa di eventuali arrossamenti prima di usare questo rimedio.
Se l’abete è troppo ingombrante e hai ripiegato su ghirlande di pungitopo, magari intrecciandone i rametti con fili d’argento e candele, sappi che anche questo arbusto dalle decorative bacche rosse ha qualità salutistiche interessanti. Le radici del pungitopo, o rusco, contengono sostanze antinfiammatorie e vasoprotettive che tornano utili per dare sollievo alle gambe gonfie, stanche o pesanti, così come per attutire i capillari evidenti che compaiono sul viso con la couperose. Il centrotavola resti al suo posto: chi pensa di aver bisogno del rusco anche passate le festività dovrebbe piuttosto cercare le capsule di estratto secco, che contengono i principi attivi in forma dosata e concentrata.
Un altro simbolo del Natale sono i regali. Tra i doni che i Magi portarono a Gesù Bambino il più misterioso è senz’altro la mirra, che non è preziosa come l’oro, ma conserva anche oggi la sua utilità. Questa resina ottenuta da una pianta diffusa soprattutto nelle aree del Mar Rosso, in altre parti dell’Africa e in India, ha infatti effetti analgesici e disinfettanti che sono un toccasana per gengiviti e afte. Per calmare il bruciore e infiammazione si può usare la mirra sotto forma di estratto idroalcolico, stillandone 30 gocce in un poca acqua con cui fare sciacqui anche tre volte al giorno.
Se questo breve viaggio alla scoperta delle virtù salutistiche dei simboli del Natale ti ha incuriosito, puoi seguire la sua evoluzione sul numero di Confidenze che sarà in edicola ai primi di gennaio. Nella mia rubrica parlerò delle proprietà nutrizionali dei cibi che tipicamente compaiono sulla tavola delle feste. Sono talmente benefici che meritano di trovare posto nella dieta tutto l’anno.
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