Che cosa ti fa paura? Nel mio caso, la risposta alla domanda è semplicissima: tutto. Qualsiasi cosa.
C’è chi nasce coraggioso e chi nasce impaurito e questo, per ragioni indipendenti dai miei genitori, è stato il mio caso. Ho sempre avuto paura: di parlare come di non parlare, di fare troppo, di fare troppo poco, del buio e degli spiriti, del futuro e dei ricordi, del dolore e perfino della felicità. Perché, se oggi stai bene e sei felice, la minaccia è dietro l’angolo.
Tranne che in alcuni periodi di grande pienezza (da innamorata, da incinta), la paura mi ha sempre fatto compagnia.
Secondo molti psicologi, il timore si combatte affrontandolo, addestrandosi via via a confrontarsi con le situazioni che intimoriscono. Non sempre ha funzionato, per me.
Prendiamo lo sci: ho iniziato a sciare da bambina, a quell’età in cui i piccoletti si buttano a capofitto sulle piste io scendevo al rallentatore e con il terrore dentro, ho continuato per anni (se mi alleno, prima o poi mi passerà…) e alla fine mi sono arresa. Magari scio lo stesso, ma mai senza paura.
Una cosa, però, nel tempo, mi ha aiutato: la piccola-grande scoperta che non ero, non sono, la sola a provare certe emozioni. Anzi, che spesso le persone a prima vista più spavalde e sicure sono spinte a comportarsi così da un’ansia interiore che non tollerano. E agiscono, si fanno notare, si spingono al limite, e anche oltre, per non sentire i loro demoni scatenarsi dentro.
Nel pezzo che trovate nel n. 3 parliamo di paure delle donne. Io mi sono riconosciuta in tutte. Voi?
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