“Perché non sei felice con tua moglie? Perché non ti basta?”
“Perché a te non basta tuo marito?”
“Perché sono qui?”
“Perché mi sono lasciato portare fin dove la tentazione mi ha condotto. Adesso che sono invecchiato, faccio così”
“Sembrano le parole di una canzone da hit parade”.
“È per questo che le canzoni entrano nelle hit parade”.
Sono due anni che consiglio libri, qui. Cominciai con quanto di più lontano esista dall’autore che oggi è tra le mie mani, cominciai con la grandissima eleganza formale di McEwan e la sua Ballata di Adam Henry.
Possibile che tu non lo abbia letto? Mi hanno chiesto nel tempo amici e lettori. Ho sempre risposto che leggere è una cosa, scrivere di letture un’altra. Ci sono libri che vivono alla luce del sole e altri che fanno la fine degli amanti: vanno nascosti, vanno protetti, vanno ridimensionati.
Ma aspettare oltre no. Già ci pensano quelli del Nobel, a far sospirare tutti quelli che più che lettori amano definirsi suoi dipendenti esistenziali; io mi arrendo e cedo. Eccolo. Lui. Philip Roth. Il più pesante. Il più snervante. Il più penetrante. Il più scorretto. Il più sincero.
Ho scelto Inganno. 166 pagine in edizione tascabile. Philip è uno scrittore cinquantenne, americano, sposato. Vive a Londra. È un adultero. Lei ha quasi la metà dei suoi anni. È inglese. È madre. È ovviamente moglie. È un’adultera.
Dialoghi. Solo dialoghi. Pre e post coito. Sempre lo stesso luogo. Sempre la stessa poltrona di pelle. Lo stesso sgabello da ufficio. Lo stesso tappeto da palestra per far passare il mal di schiena e per il sesso.
Eppure, e qui Roth giganteggia sulla forma e su tutto il mondo narrativo, dalla lettura dei soli dialoghi si esce con la certezza di aver consumato gli occhi su centinaia di pagine fitte di descrizioni e riflessioni esterne ai due attori. Leggi 166 pagine in un’ora e ti porti dietro la sensazione di aver letto per giorni interi. Mesi.
Chiunque sia o sia stato o voglia intraprendere la carriera adultera legga. Si ritroverà, nel caso abbia già dato o stia dando. Vedrà il suo futuro, nel caso ci stia facendo un bel pensiero.
“Non mi sembri libero di fare tutto quello che…”
“E chi è libero? Tu?”
“Liberuccia. Più d te”
“Sciocchezze”.
Philip Roth, Inganno, Einaudi
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