Ieri mi chiama un’amica e mi racconta che, dopo un bellissimo weekend in montagna con il suo fidanzato, ha litigato ferocemente con lui e sta soffrendo da morire perché si sono salutati in malo modo. Motivo del litigio? Figli, ex moglie e “suocera”. Ovviamente i miei amici, data la loro non giovanissima età, sono entrambi reduci da un precedente matrimonio e da un divorzio.
Cerco di tranquillizzarla dicendole che sicuramente non è finita e che il giorno dopo lui si sarebbe fatto vivo, poi la saluto e le auguro la buonanotte: “Mi raccomando cerca di dormire, non vale la pena soffrire così per un uomo”. Metto giù e so che nella frase che ho appena pronunciato ci credo veramente, ma io forse più di lei ho sofferto per amore e purtroppo continuo a farlo perché sono una inguaribile romantica e l’esperienza, alla fine, non salva da ulteriori delusioni.
Per empatia passo una notte insonne pensando alla mia amica che si rigira sotto il piumone tormentata dai pensieri e al suo fidanzato che sicuramente invece sta ronfando beatamente e mi chiedo: “Ma forse non sarebbe stato meglio nascere uomo?”. Sì perché, parliamoci chiaro, gli uomini, molto più di noi, sono leggeri, narcisisti, egocentrici e per loro i problemi di cuore non esistono, ci sono solo quelli che riguardano il lavoro o, se proprio vogliamo trovare un altro argomento di cruccio, il calcio.
Noi donne invece, benché sempre di corsa tra lavoro, figli, marito e cane, riusciamo anche a trovare il tempo per consolare le amiche, leggere libri, andare a una mostra o al cinema e magari fare anche un po’ di volontariato. E allora pensandoci bene, vorrei veramente essere nata uomo? No grazie! Preferisco così, anche se passerò ancora qualche notte insonne a rigirarmi nel letto.
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