“Non sono più la tua bambina“. S’intitolava così il libretto della collezione Ragazzine Mondadori che mio marito regalò a sua figlia dodicenne ormai quindici anni fa. E ricordo ancora la frase che lei con aria furbetta e sorniona, gli lesse a voce alta: “L’importante è fargli credere che lui resta comunque l’unico uomo della tua vita”.
Forse è condensata in queste poche righe, un po’ ironiche e disincantate, il senso del rapporto padre-figlia, quel legame che attraversa indenne (o quasi) tutte le età e che fa sospirare ogni uomo davanti alla sua bambina.
Un affetto a volte dato per scontato, altre conquistato con le unghie, perché se si è in due o tre figlie femmine, non sempre le attenzioni sono uguali per ciascuna e altre ancora, calpestato, perché appunto “papà non sono più la tua bambina”.
Il periodo adolescenziale è sicuramente il più terribile da affrontare per un genitore, e quando si è padri di una figlia femmina la sofferenza è duplice: da un lato c’è il distacco dall’infanzia, lei non ti vede più come il suo eroe, dall’altro la gelosia mista a fastidio nello scoprire che il posto di numero uno nel suo cuore è stato preso dal primo ragazzino di turno.
Ricordo mio marito quando puntava la sveglia alle due di notte per andare a prendere la sua “bambina” in discoteca al mare o quando s’improvvisò mastro Geppetto per arredare nel giro di un weekend il monolocale dove si era trasferita, appena diventata maggiorenne. E se gli facevo notare che forse era troppo invadente mi rispondeva che ero io a essere gelosa.
Insomma il rapporto padre-figlia è un ingranaggio delicato, un gioiello prezioso da custodire e da figlia femmina posso solo dire che ho passato anni a cercare un uomo che fosse bello, intelligente e libero nello spirito com’è mio padre. Poi mi sono arresa e ho capito che non era nella sua fotocopia che avrei trovato la felicità.
Se volete farvi quattro risate e immedesimarvi nei patimenti del padre di due gemelle adolescenti leggete su Confidenze la storia vera di Luigi, raccolta da Giovanna Brunitto Come te non c’è nessuno e se vi fa piacere, raccontateci qualche aneddoto di come eravate voi da adolescenti con vostro padre.
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