«La corsa, per dimagrire ci vuole la corsa. Guarda la mamma di Rebecca che fisico che ha, corre un giorno sì e un giorno no, me l’ha detto lei».
«Ma come fa con due figli e un lavoro a tempo pieno?».
«La mattina, mi ha detto che si alza presto e mentre i figli si preparano e fanno colazione, lei va a correre, poi li accompagna a scuola, torna a casa si fa la doccia e va al lavoro».
«Beata lei che ce la fa, cosa devo dirti».
«Basta volerlo, il tempo si trova».
Questo è più o meno lo stralcio di conversazione tra me e una mia amica che, in vista della temutissima prova costume, cercava di convincermi a entrare a far parte dell’esercito dei “runner”. Una schiera leggera e silenziosa che la mattina all’alba o la sera al calar del sole popola le nostre strade in tuta e scarpe da jogging e che negli anni è diventata sempre più nutrita e variopinta.
Si corre nei parchi pubblici o nei luoghi deputati a farlo (stradine di campagna, giardini) ma anche nel centro delle grandi città: l’altra sera, ferma in macchina al semaforo in corso Magenta, nel pieno centro di Milano, mi ha attraversato la strada un’algida fanciulla che, come un’antilope, volava a grandi falcate nei suoi leggings, in mezzo al traffico cittadino. E non dimenticherò mai l’emozione di arrivare davanti al Partenone di Atene alle sette del mattino, quando tutto è ancora chiuso, e trovarci un ragazzo di colore che correva con le ali ai piedi, come un novello Mercurio.
Si corre un po’ a tutte le età e in tutte le stagioni: domenica mattina ho incontrato quello del settimo piano, che non è più un ragazzino ma viaggia sui 70, che banfava nei giardini davanti a casa. “Se ce la fa lui posso farcela anch’io” ho pensato.
Si corre perché è un modo di fare sport senza spendere nulla: il jogging è assolutamente democratico: nessun abbonamento in palestra, nessun circolo esclusivo: basta avere un paio di scarpe adatte e una tuta e via, si comincia così.
Trattandosi di un’attività aerobica si bruciano più calorie che a stare un’ora a fare pilates e i benefici sono evidenti per tutti: ai ragazzi più giovani aiuta a consolidare le ossa in fase di ossificazione, alle persone di mezza età aiuta a prevenire l’osteoporosi e naturalmente a far andar giù pance e pancette, più velocemente di altri sport.
Non solo la corsa lenta (il jogging appunto) sviluppa le endorfine che danno quella sensazione di benessere che, alla lunga, crea una sorta di dipendenza. Non è un caso se chi corre almeno tre volte la settimana continua a farlo sempre, ovunque si trovi: lo scorso anno in vacanza a Creta, c’era un’amica che ogni mattina con il marito percorreva chilometri in su e in giù lungo sentieri impervi e polverosi, frequentati solo dalle capre, godendo di panorami mozzafiato.
E si corre anche per la bellezza del percorso (parola dell’amica che cerca di convincermi): sui litorali sabbiosi delle nostre spiagge, tra le terrazze dei vigneti in Valtellina, lungo il percorso di un fiume, è un continuo brulicare di podisti, perché alla fine questo è un modo di prendersi cura di se stessi, di ritrovare sintonia con il proprio corpo e chissà, magari di fare nuovi incontri.
Proprio come succede alla protagonista della storia vera “Corri con me” raccolta da Simona Busto e pubblicata su Confidenze. In tante si riconosceranno in Valentina, una donna lasciata dal marito, che ha ancora figli piccoli e poco tempo da dedicare a se stessa. Eppure quella corsa le cambierà la vita.
E voi che tipi siete? Da scarpette da jogging o da poltrona? Aspetto di saperlo.
Ultimi commenti