Il tè è una bevanda per tutte le stagioni. Se la primavera riserva giornate cupe o volubili, una tazza di tè si beve volentieri sia a colazione, sia nella pausa relax di metà pomeriggio.
In estate, freddo e con qualche foglia di menta, il tè offre sollievo dall’afa, mentre in autunno e in inverno l’indice di gradimento di questo infuso raggiunge il suo apice indiscusso.
Il tè nero continua a essere il più noto, sebbene negli ultimi anni abbia conquistato ampi strati di pubblico il tè verde. Meno famosi dei loro due parenti stretti sono il tè bianco, che sta pian piano uscendo dalla posizione di nicchia, e il tè blu, che si trova prevalentemente nei negozi specializzati, per lo più apprezzato da una cerchia di cultori. Praticamente ancora sconosciuto, invece, è il tè giallo, raro e costoso.
Distinzioni cromatiche a parte, tutti questi tipi di tè si ricavano dalle foglie della stessa pianta, Camellia sinensis, e possiedono interessanti proprietà, legate al contenuto di sostanze antiossidanti, in primo luogo flavonoidi.
Le differenze tra tè nero, verde, bianco, blu e giallo derivano dai processi di lavorazione a cui viene sottoposta la pianta.
Già il tè nero, il più diffuso e uno dei più apprezzati per l’aroma deciso, è ricco di benefici. I suoi composti hanno effetti antinfiammatori e contribuiscono a ridurre lo stress ossidativo, con ricadute positive innanzitutto sulla salute cardiovascolare.
Caratterizzato da una nota di gusto vagamente terrosa, il tè verde, nelle sue tante varietà (matcha, sencha, bancha ecc.) si ottiene con un metodo che blocca la reazione chimica di ossidazione a cui vanno incontro spontaneamente le foglie e che è responsabile del colore bruno del tè nero. In questo modo vengono preservati maggiormente i flavonoidi di Camellia sinensis, primo fra tutti l’epigallocatechingallato, una sostanza che aiuta a potenziare la concentrazione, ridurre l’infiammazione, accelerare il metabolismo e che con le sue proprietà antimutagene è utile anche per difendere dai tumori.
Il tè bianco proviene dalle foglie giovani dell’albero del tè essiccate all’aria, con un procedimento che intacca minimamente il capitale originario di antiossidanti. Consiglio di preferirlo se si è sensibili agli effetti eccitanti della caffeina, perché è la varietà in genere meno ricca di questa sostanza stimolante, tipica del caffè ma presente anche nel tè.
Chi ama gli aromi fruttati e floreali dovrebbe invece provare il tè blu o tè oolong: è il prodotto di lavorazione intermedio tra tè nero e tè verde e si è visto che il suo consumo contribuisce a regolarizzare la glicemia e a migliorare il benessere della pelle.
Lunghe e delicate sono infine le operazioni che portano al prezioso tè giallo, una tipologia pochissimo diffusa in Italia, che ha dimostrato potenzialità interessanti soprattutto per la tutela della funzionalità gastrica ed epatica.
Qualunque colore si scelga, il tè è una bevanda salutare. Consumata senza zucchero e con uno spicchio di limone o uno spruzzo di succo d’arancia dà il meglio di sé: l’aggiunta degli agrumi potenzia l’assorbimento delle sostanze benefiche della pianta.
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