Tra le tante tipologie femminili che ho visto rapportarsi verso l’altro sesso, ce n’è una intramontabile: la tampinatrice. Solitamente bruttina o insignificante, ma dotata di un carattere ferreo che non arretra neanche davanti a uno tsunami, la tampinatrice (altrimenti detta anche schiacciasassi) una volta puntato l’obiettivo, (di solito il bello e impossibile) non lo molla finché non lo ha raggiunto. E a volte ci riesce.
Vi è mai capitato di incontrare quelle coppie dove lui è molto meglio di lei, fisicamente parlando, e di pensare un po’ malignamente: «Chissà cosa ci avrà trovato in quella bruttina insignificante».
La storia che vi proponiamo questa settimana su Confidenze “Questo cosa c’entra con l’amore?” raccolta da Roberta Giudetti, racconta proprio un caso del genere: Lina è una ragazza come tante, né particolarmente avvenente, ma neanche brutta, mentre Giacomo è il bello del paese, invidiato e desiderato da tutte, ma anche un po’ codardo, aggiungo io, il classico tipo che si fa trascinare nelle situazioni. A furia di pranzetti organizzati dalle rispettive mamme e uscite mano nella mano, (dove è sempre lei a prendere per prima l’iniziativa) i due si fidanzano e si sposano, e poco importa se lei capisce di non essere il suo grande amore, lui per lei lo è. E l’obiettivo è stato raggiunto. “Ce l’avevo fatta, ci ero riuscita ” dice la protagonista “le mie amiche mi invidiavano e me lo dicevano apertamente che ero stata proprio fortunata perché Giacomo non solo era un bell’uomo ma anche benestante”.
Ma si sa, l’amore è cieco, e non solo quando ci fa innamorare di un criminale, ma anche e soprattutto quando non ci va vedere la natura reale di chi abbiamo davanti. E allora ecco Lina inventarsi le scuse più banali per difendere l’immagine dell’amato: lui posta su Facebook foto di donne nude? Lo fanno tutti gli uomini e che c’è di male? Finché restano virtuali…
Lui fa commenti per strada quando passa una bella ragazza? Uomini, sono tutti uguali…
Non vi racconto come va avanti la storia per non togliervi l’emozione di leggerla, ma vi confesso che tanti, tanti anni fa, anch’io mi comportai un po’ come Lina: avevo diciott’anni e davanti a me il sosia di Robert Redford, un ragazzo bellissimo e dolcissimo, che aveva un esercito di donne pronte a cadergli ai piedi. Ma io mi intestardii: volevo lui e forse per qualche tempo anche lui volle me, ma non così abbastanza da riuscire a far breccia definitivamente nel suo cuore. Solo che io non lo capivo, non lo vedevo proprio che non era innamorato di me. E allora ecco inventarmi le scuse più inverosimili per difendere l’immagine che mi ero costruita di lui. Non poteva uscire con me la domenica? “Eh sì, è un tipo sportivo, preferisce il moto cross o andare a sciare, ma lo capisco ha vent’anni…”
A volte non basta che uno dei due si faccia carico di tutto l’amore, anche di quello l’altro non sa dare, nei sentimenti vige la legge dell’osmosi. Si può negare l’evidenza, voltare la testa dall’altra parte una, due, infinite volte, ma alla fine ci si spiaccica il muso contro la verità e quando succede, fa sempre molto, molto male.
Forse è meglio capirle prima certe cose e non intestardirsi a modificare la realtà. Voi cosa ne pensate?
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