Totò Riina è gravemente malato e ha diritto a una morte dignitosa. A dirlo è la prima sezione Penale della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso dell’avvocato difensore del boss della mafia con la richiesta di differimento della pena o detenzione ai domiciliari a causa del peggiorare dello stato di salute del suo assistito.

Pertanto il Tribunale di Sorveglianza di Bologna dovrà riesaminare la richiesta di scarcerazione, in precedenza respinta un anno fa, quando le condizioni di salute del detenuto non erano state considerate incompatibili con la sua permanenza in carcere (dove peraltro è assistito e curato a dovere).

Questa è la notizia comparsa oggi su tutti i quotidiani e che ha iniziato a far discutere ovunque, contrapponendo “il diritto a morire dignitosamente” riconosciuto dalla Cassazione come principio valido per ogni detenuto, al diritto di difendere la memoria di quanti, uccisi dalla mafia, una morte dignitosa non l’hanno avuta.

La lista è lunga: il generale Alberto dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, (fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), Pio La Torre, i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tanto per citare i nomi più noti.

È giusto che uno Stato chieda gli arresti domiciliari per un uomo che sta scontando 17 ergastoli e che, pur provato dalla malattia (due tumori ai reni), si è distinto in vita per una ferocia inaudita (suo il delitto del bambino sciolto nell’acido )?

E perché allora non assicurare una morte dignitosa anche ai tanti senza tetto che ogni giorno vengono trovati senza vita sui marciapiedi delle nostre città? O ancora ai malati terminali immobilizzati in un letto tra mille sofferenze?

Si è detto che nel garantire una morte dignitosa anche al peggiore dei delinquenti lo Stato dimostra la sua superiorità sulla mafia, completa in qualche modo la sua vittoria. E che diversamente sarebbe vendetta, occhio per occhio dente per dente, l’antitesi dello Stato di diritto. Qualunque sia il vostro pensiero vi chiediamo di dircelo rispondendo al nostro sondaggio: Totò Riina ha diritto a una morte dignitosa?