“Sappiamo bene, come diceva Renard, che l’unica «felicità è cercarla». Eppure continuiamo a illuderci. Proiettiamo ogni volta su quel vuoto un fantasma diverso, gli diamo il nome di un posto, di un premio, di una persona. Ogni volta prendiamo sul serio quel riempitivo e ogni volta la delusione ci lascia senza fiato. «Ho cercato di riempire col pieno delle esperienze il vuoto che continuava sempre a scavarsi di nuovo», confessava Michel Leiris. Il fatto che ogni volta riusciamo a dare nome al vuoto ci consente di non guardare in faccia il dolore per la nostra incompiutezza e la morte che si avvicina. Pensiamo: «Se lo avessi sarei sereno», ma sappiamo benissimo che, se lo avessimo, daremmo un altro lacerante nome al nostro senso di vuoto. Impossibile dubitarne: gli dei esaudiscono i desideri di coloro che vogliono punire. Chi con mille sforzi riuscirà a catturare una lepre si troverà davanti a un deludente prodigio: la lepre non c’è più e al suo posto è rimasto solo un ingordo coniglio. «Non appena una cosa era alla mia portata, non la volevo più: la mia gioia si concludeva tutta nel desiderio», notava T. E. Lawrence”.
I libri Sellerio sono meravigliosi, degli oggetti di altissimo ed elegantissimo design. Io davvero tappezzerei ogni parete della mia casa di piccoli rettangoli blu e poi passerei i giorni e le notti a camminare avanti e indietro spostando e creando incastri, titolazioni ardite, scontri narrativi.
Un modo per riempire un vuoto? Chissà.
Una cosa è certa, però. Ogni artista è un essere in fuga. In fuga da sé, dalle sue paure. La sua arte è la creazione e il raggiungimento di un pianeta boa dove poter atterrare voltando le spalle a questo che chiamiamo Terra.
Giuseppe Scaraffia ha messo su una cosa bellissima e molto originale. Ha curiosato nei vuoti dei grandi e ha tirato fuori, come un mago e non come un illusionista, la vita, il carattere di nomi che conosciamo solo in relazione alle loro opere.
Bacio, Bambola, Bicicletta, Caffè, Champagne, Chiromante, Dieta, Ebbrezza, Fiori, Fotografia, Gatto, Lacrime, Posta, Seta, Sport, Terme, Valigia, sono solo alcune delle parole chiave che aprono capitoli-contenitori ricchi di aneddoti che fanno sorridere, riflettere, commuovere.
Scrittori, grandi statisti, pittori, attori, poeti. Oltre l’arte, oltre i riflettori, fuori dalla pagina, uomini e donne.
Si fa leggere in spiaggia. In montagna. Ma anche in città.
Giuseppe Scaraffia, I piaceri dei grandi, Sellerio
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