Il colore nascosto delle cose

Cuore
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Il film di Silvio Soldini ci racconta l'amore vero, quello che sa vedere oltre, come la sua straordinaria protagonista, Valeria Golino

Volete piangere al cinema, vi volete commuovere come se i personaggi foste voi?

Quando una fiaba è ben raccontata diventiamo la principessa e il drago. Parlo del film Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini con Valeria Golino (Emma) e Adriano Giannini (Teo).

Teo è un uomo che mente a tutti, che non si dà a nessuno, che usa un ritmo di lavoro martellante come pubblicitario sempre al telefono, per non essere mai veramente lì, sempre altrove, sempre con altri, per sfuggire al prossimo ma specialmente a sé. Sta con una che non ama, tanto i suoi rapporti sono così falsi, che lei o un’altra è lo stesso, e inventa qualsiasi balla per depistarla.

Ma in questo circolo vizioso incontra un inciampo, Emma, una ragazza cieca che vive pienamente allegria e dolore, una Valeria Golino adolescente di 40 anni, con un’anomalia pericolosa: è vera. Sempre. E a lei non si può mentire perché vede il colore nascosto delle cose.

È autonoma, piena di coraggio, spiritosa, e vive pienamente ma non è una superwoman, qualche volta va pure a sbattere, si fa male, ha bisogno d’aiuto.

Lui all’inizio è normalmente ignobile. Si vanta con un collega che esce con la cieca- una stranezza da aggiungere al catalogo- l’amico gli dice «Se riesci a timbrarla, ti offro una cena». Lui passa con lei una serata inaspettatamente incantevole, fanno sesso ma lui, abituato alla finzione, ai rapporti ginnici, con lei non riesce e la mattina ha la volgarità di fotografare il letto di nascosto, mettendoci sopra il bastone di Emma come prova, per mostrare la foto all’amico e vincere la scommessa.

Valeria Golino nel ruolo è così meravigliosamente affascinante che farebbe innamorare anche i sassi,  è l’amore in persona. Ma Teo, che non ha ancora capito quanto è preso per giustificare le assenze con la sua compagna ha la bassezza di dirle:« Faccio volontariato, aiuto una povera cieca». Quando Emma viene a saperlo lo caccia via con un addolorato e definitivo vaffanculo, e non vuole mai più vederlo. Ma  Amore non guarda in faccia nessuno, nemmeno i bugiardi nemmeno i ciechi. Teo è a metà fra il vecchio Teo e quello nuovo, ci mette un po’ ad accettare la sua trasformazione da ologramma a uomo finché si abbandona e si rivela, diventa un uomo libero comunicando con Emma, una Golino trasfigurata e sublime, in un film che sa raccontare l’amore, e lo ispira.

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