«Si dice che una volta che s’impara ad andare in bicicletta non lo si dimentica più». Basta l’inizio della storia “La bicicletta” (sul n 45 di Confidenze) a farmi sorridere. È proprio vero: se impari a pedalare, sai farlo per sempre. E, un po’ come una vecchia amica, la due ruote ti aspetta fedele: puoi trascurarla per anni, ma quando ci risali, provi la stessa sensazione di libertà e di leggerezza che hai provato la prima volta, quando hai scoperto che potevi sollevare i piedi, appoggiarli spingendo sui pedali e via… scivolare in equilibrio. Quasi per magia.
E poi, c’è il baule di ricordi che la bici porta con sé, così tanti che è impossibile richiamarli tutti. Per me, ci sono le strade di campagna dell’Oltrepo Pavese, che perlustravamo da bambini, alla ricerca di more selvatiche. Quei paesini assolati persi tra i campi e dai nomi strani (vi pare possibile che un paese si chiami Casotti del Furbo?) dove arrivavamo, ogni volta, con la sensazione di essere grandi esploratori. E poi, anni dopo, le strade acciottolate attorno all’Università Statale di Milano, con un ragazzo che mi portava sulla canna. E poi ancora campagna, un’altra, dove mia figlia ha imparato a spostarsi su due ruote e dove andavamo a visitare fattorie e ad accarezzare cavallini. Ogni ricordo si lega a persone diverse, ancora vicine o lontanissime, o perse per sempre. Potrei far scorrere l’intero film della mia vita seguendo il filo di due ruote (ed è proprio quello che fa la protagonista della toccante storia vera).
Anche oggi, è un piacere per me salire in sella, a Milano, e fare, a seconda delle occasioni, una lunga pista ciclabile (molto belle, quelle lungo i Navigli) o solo un breve tratto tra il traffico, trasformando ogni commissione banale in una piccola avventura.
Non sono l’unica ad amare la bici, anzi siamo sempre di più: secondo i dati, sono circa 6,5 milioni gli italiani che usano le due ruote per spostarsi. Anche rischiando perché l’Italia ha il triste record europeo di incidenti tra i ciclisti. Eppure, dopo avere compiuto i 200 anni proprio nel 2017, la bici potrebbe proprio essere una protagonista del futuro: antitraffico, ecologica, economica, ottima per la salute.
Ma perché non vengono investite più risorse in piste ciclabili?
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