Non c’è tregua al tema delle molestie sessuali, ogni settimana è una gogna mediatica, con giornali che si schierano apertamente contro le malcapitate – ree di essere state zitte per troppo tempo (e di aver goduto però dei benefici portati dall’essere “state carine con…”) – e che nello stesso tempo sbattono il mostro in prima pagina, mettendo sotto accusa registi come Fausto Brizzi e Giuseppe Tornatore, in un’atmosfera da caccia alle streghe. Proprio Monica Bellucci, attrice che ha lavorato diverse volte insieme a Tornatore, è intervenuta in sua difesa facendo un sottile distinguo tra molestie e avances.
Confidenze ha ripreso l’argomento sull’ultimo numero in edicola, nella rubrica Le risposte dell’Anima, mettendo a confronto il punto di vista di Don Luigi Poretti con quello di Maria Rita Parsi, psicoterapeuta. Un sacerdote e una psicologa, ma soprattutto un uomo e una donna. Ecco i brani salienti dei loro interventi, ci piacerebbe sapere cosa ne pensate anche voi.
Maria Rita Parsi: “Alcuni sostengono che frenare le avances costituirebbe per gli uomini una castrazione e per certe donne la rinuncia a sentirsi desiderate.Queste argomentazioni sono penosamente e irresponsabilmente maschiliste. E riflettono anche un costume femminile purtroppo ancora diffuso che vede le donne schierarsi sempre contro le altre. Per queste femmine assecondare le avances maschili per ricevere attenzioni è una forma di sotterraneo potere (…)”
Don Luigi Poretti: “Se non è stupro è molestia, che è sempre violenza, come ogni gesto invasivo e indesiderato. Anche la parola può diventare violenza. Un quotidiano ha titolato in modo vergognoso: ‘Prima la danno via poi frignano e fingono di pentirsi’.
Ci mancava il prete che ha pubblicato su Facebook una lettera aperta a una ragazzina violentata, rimproverandola di essersi ubriacata: ‘E dovrei provare pietà? No!’.
A volte mi vergogno di essere maschio e anche prete”.
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