«Ho rivisto il film della mia vita: e io non c’ero». Questa è una amara battuta umoristica di Woody Allen, ma si presta perfettamente a descrivere l’esistenza di John Paul Getty III. Punito dalla vita con un ictus che, a 25 anni, lo fece sopravvivere cieco e paraplegico per altri 30, la sua vicenda umana (finita il 6 febbraio 2011) si può compendiare in poche parole: “Il 10 luglio 1973 è rapito a scopo di estorsione Paul Getty jr, nipote dell’uomo più ricco del mondo. I banditi per sollecitare il riscatto tagliano un orecchio al ragazzo (in seguito liberato)”.
Il protagonista del rapimento più clamoroso nella cronaca nera italiana è sempre presentato, come figura secondaria, all’ombra del nonno, “l’uomo più ricco del mondo”, il patriarca (cinque mogli, cinque figli) di una dinastia che ha accumulato miliardi e maledizioni: Jean Paul Getty, il magnate del petrolio con un patrimonio personale di 1.000 miliardi di lire, che per la sua protervia sembrava voler sfidare l’ira degli dei.
Dal giorno del rapimento, si apre, nella famiglia e anche nella storia d’Italia, un capitolo così romanzesco da aver suscitato l’interesse di Ridley Scott che molti considerano il più grande narratore cinematografico vivente. Il regista inglese (Alien, Blade Runner, Thelma & Louise, Il Gladiatore) sta dedicando al sequestro il film Tutti i soldi del mondo, che uscirà tra poco, e anche nella sua storia domina il vecchio Getty, impersonato dall’ottuagenario Chris Plummer. Perché il dramma è raccontato dal punto di vista di Abigail “Gail” Harris (Michelle Williams nel film), la mamma del rapito impegnata contro tutti, soprattutto contro quello che allora era il suo ex suocero, per liberare il figlio.
John Paul, nato il 4 novembre 1956, era il primogenito, seguito da Aileen, Mark e Ariadne. Questa è la cronaca di quel che accadde.
Il 10 luglio 1973, a Roma, Paul Getty jr, che ha 16 anni, sta trascorrendo la serata con Mick e Bianca Jagger, Andy Warhol e Roman Polanski. Sono le frequentazioni abituali della famiglia, dove si vedono tante celeb, che però sfiorano soltanto il ragazzo, già troppo in confidenza con alcol, droghe e compagnie pericolose. In piazza Farnese, dove vaga ubriaco, è caricato in macchina da due uomini, e sparisce: l’azione è della ‘ndrangheta calabrese. Ma la lettera che, pochi giorni dopo, arriva ai familiari, non è presa sul serio.
Paul Getty jr ha cattiva fama: dicono che non solo sniffi, ma pure venda la droga. Persino le prime investigazioni sono condizionate dalla convinzione che sia una burla di pessimo gusto. Il sospetto è quello di una messinscena del golden hippy (i giornali lo chiamano così: l’anticonformista d’oro) per spillare soldi all’avaro nonno. Che, per la verità, non si smentisce: afferma subito che il caso non è affar suo, se c’è da pagare un riscatto deve pensarci suo figlio, John Paul Getty II, papà del sequestrato. Richiesta crudele e spietata, ma non insensata, se non fosse che l’uomo non ha un soldo.
John Paul Getty II, eroinomane, è in Inghilterra per cure disintossicanti ed è già provato da una tragedia. La bellissima modella giavanese Talitha Pol (famosa anche per non aver lasciato indifferente neppure il leggendario Rudolf Nureyev), sua seconda moglie, è morta a Roma per overdose nel 1971, a 31 anni. Il patriarca si dichiara, allora, disposto a collaborare: anticiperà il denaro che sarà poi detratto dall’eredità. Un prestito, insomma, con gli interessi. Il figlio rifiuta (però – morto il padre, nel 1976 – passerà alla storia come filantropo, generosissimo finanziatore di musei, enti artistici e sportivi, istituzioni politiche, degno erede del patriarca, fondatore in California del Museo Getty, celebre e chiacchierato: opere d’arte greche e romane della sua collezione sarebbero state fornite da tombaroli e ricettatori).
È a questo punto che entra in scena la mamma del rapito: Gail Harris, che ha ricevuto un’altra lettera in cui si promette di farle avere, come sollecito di pagamento, un dito del figlio.
Gail, 40 anni, già famosa campionessa di pallanuoto, è la prima moglie di J.P. Getty II (dal 1956 al 1964) e il loro divorzio non è stato amichevole. Ma è lei che raduna le forze di tutta la famiglia, che forma una squadra, litigiosa, ma unita quanto basta nella lotta contro il tempo. Scandito da trattative frenetiche, confuse, per certi versi grottesche, chiuse infine con un gesto feroce.
I primi ad avere interesse che il sequestro non passi per una burla cretina sono i rapitori, peraltro divisi in due scuole di pensiero. A chi vuol portare a casa un bottino a tutti i costi (la richiesta iniziale era di 17 milioni di dollari) si contrappone chi, davanti alla fermezza del patriarca, vuole eliminare l’ostaggio. Per forzare la mano ai complici, un bandito si inventa di essere stato riconosciuto dal rapito. Per prudenza, i banditi ammazzano lui. E promuovono una vera campagna stampa contro il cuore nero della famiglia, contattando i quotidiani romani Il Messaggero e Il Tempo. Al primo recapitarono mezzo orecchio, al secondo fornirono foto del ragazzo con la mutilazione in evidenza.
Il vecchio Getty replica con una frase passata alla storia: «Ho 14 nipoti, se sgancio un centesimo avrò 14 nipoti rapiti». Ma la sua intransigenza s’è incrinata, davanti alle suppliche di Gail. Agisce, comunque, con oculata parsimonia. Il riscatto concordato alla fine è di poco più di 3 milioni di dollari, Getty ne versa 2 milioni e 200.000 (cifra che può detrarre dalle tasse) e la differenza la fornisce sempre alle stesse condizioni: prestito al figlio, da restituire con gli interessi.
Il 15 dicembre Paul Getty jr è libero, un camionista lo trova sulla Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Lauria. L’anno dopo, sposa la giovane Gisela-Martina Schmidt, incinta di cinque mesi di Balthazar che più tardi diventerà un attore, amerà Drew Barrymore e Milla Jovovich, e avrà quattro figli con Rosetta Millington.
Come regalo di nozze, il papà, che sta pagando a rate il prestito del riscatto, lo disereda.
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