Il laureato

Mondo
Ascolta la storia

Ho rivisto Il laureato, il film che meglio interpreta lo spirito del '68: quello di una gioventù che anelava la libertà e annientava il puritanesimo di facciata

Usando la tv, la sera, come sonnifero dopo una giornata di lavoro, ho trovato un vecchio film che mi ha tenuto sveglia : Il laureato di Mike Nichols, una commedia sovversiva, un invito alla disobbedienza e alla fuga da un destino già segnato.

Ben, un giovane Dustin Hoffmann, torna dopo la laurea, ed è subito fagocitato dalle aspettative della famiglia e della società. È una gara fra i genitori e i loro potenti amici per integrarlo nel mondo degli affari, una gara fra quei brutti adulti ad attirarlo nei loro riti mondani, nel loro puritanesimo di facciata, nella loro solida ipocrisia che protegge il patto sociale. Anche la signora Robinson, sposata, amica di famiglia, ha i suoi disegni su Ben: lo vuole come amante, per rimediare a una situazione coniugale senza slanci.  È una predatrice, una seduttrice spietata, più vecchia di lui- e qui si apre una parentesi su come erano considerate allora le donne- l’attrice, Ann Bancroft, che figurava avere 48-50 anni, in realtà ne aveva 35 anni- oggi sarebbe considerata una ragazzina, lì un’attempata avidissima ladra di gioventù.

Ben recalcitra un po’, ma lei lo vuole e se lo piglia, con una scena sexy di allora, quando togliersi una calza nera era più emozionante degli amplessi a ripetizione del cinema di oggi. Mrs Robinson nel film è la cattiva, invece fra quei mostri che se lo contendono è la più umana, quella che invece di carriera e inciuci gli offre una cosa primaria, autentica: il sesso. Ma poi Ben si innamora pazzamente della figlia di lei, Elaine, e lascia la madre.

La giaguara non lo tollera, dice alla figlia che Ben è stato il suo amante, e la ragazza lo lascia. Mrs Robinson lo dice anche al marito e c’è un momento di grande verità quando il tradito rimprovera Ben, e lui incautamente risponde: -«Con sua moglie non è stato niente» e l’altro giustamente si inferocisce: «Niente andare a letto con mia moglie?».  E Ben: «Io non amo sua moglie, amo sua figlia».

Incalzata dalla madre, Elaine si fidanza con un altro. Il giorno delle nozze, Ben corre disperatamente verso la chiesa, non riesce a entrare, e un istante prima del sì, dall’alto di una vetrata incombe sugli invitati, e  grida « Elaine!». E lei «Ben!».

È un grido d’amore straziante, assoluto, tra le facce irate degli invitati, lei si lancia in corsa verso di lui, e scappano in autobus, e in loro c’è tutta la meravigliosa arroganza di una gioventù che anelava alla libertà. Era la vigilia del 1968. Si stava facendo strada l’idea che i riti considerati più sacri potessero essere annientati, in nome di qualcosa di vero.

Confidenze