Sì, il latte fa bene alle ossa

Natura
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Hai sentito dire anche tu, magari su Facebook, che il latte fa male? È un’affermazione che in effetti ultimamente va per la maggiore, ma è destituita di fondamento. Facciamo chiarezza.

Fino a pochi anni fa sarebbe stato assolutamente superfluo ribadirlo: persino i bambini sapevano che il latte fa bene alle ossa.

 

Eppure, la recente diffusione di modelli nutrizionali campati per aria sotto il profilo della scientificità (diete che eliminano in modo arbitrario intere categorie di alimenti, come tutti i cibi animali oppure i prodotti contenenti glutine) e la pubblicazione di libri di grandissimo successo, ma altrettanta opinabilità, quali il “China Study” di Colin Campbell (che ha messo all’indice il latte e i suoi derivati tacciandoli di nocività) hanno fatto sì che tra i consumatori si insinuassero dubbi sulla salubrità dei latticini.

 

Qualcuno addirittura è arrivato a sostenere che il latte non solo non servirebbe nella prevenzione dell’osteoporosi, ma sarebbe persino nocivo per le ossa. E’ una sciocchezza, ma il risultato è stato che dalle tavole di non pochi italiani, convinti in buona fede di farsi del bene, sono totalmente spariti i latticini.

 

E’ senz’altro vero che molti nostri connazionali consumano troppo latte, yogurt, formaggio e prodotti che li contengono. Spesso poi ci sono situazioni di sensibilità individuale che suggeriscono un’opportuna e temporanea rotazione infrasettimanale di questi alimenti, per evitare eccessi e “sovraccarichi” che in effetti possono sostenere diversi disturbi. Ma eliminare completamente e a vita il latte in modo indiscriminato in assenza di reali situazioni patologiche (come l’intolleranza al lattosio, dovuta al deficit dell’enzima che serve per digerirlo) rischia di produrre molti più danni che benefici.

 

Risale ormai a quasi un anno fa il preoccupato allarme lanciato nel Regno Unito dalla National Osteoporosis Society, che ha avvertito che il taglio drastico di prodotti lattiero-caseari a cui stiamo assistendo, soprattutto da parte della popolazione più giovane, produrrà negli anni migliaia di persone con irreversibili problematiche di osteoporosi, provocate dagli insufficienti apporti di calcio. Abolire il latte e i suoi derivati dalla dieta potrebbe rappresentare una sorta di bomba a orologeria per la salute dello scheletro, dal momento che i danni si vedrebbero dopo decenni.

 

Posizioni isolate? Tutt’altro. Anche le società scientifiche italiane, come Siommms (Società italiana dell’osteoporosi del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro), e le associazioni di pazienti, quali Fedios (Federazione italiana osteoporosi e malattie dello scheletro), invitano dalle pagine dei rispettivi siti internet a consumare latte e derivati – le fonti più ricche di calcio, e della massima assimilabilità – per proteggersi dall’osteoporosi e contrastarla.

 

Tra privazione totale di un alimento e abuso esistono tanti gradini intermedi, modalità di consumo che consentono di ottenere i “pro” ma non i “contro”, oltre che di godere serenamente dei piaceri della tavola e della socialità legata al cibo. E chi, per qualunque motivo, avesse davvero la necessità di eliminare in toto il latte e i suoi derivati dovrebbe affidarsi alle indicazioni del medico o del nutrizionista.

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