La Cassazione riunitasi oggi a sezioni Unite ha deciso che il tenore di vita matrimoniale antecedente resta tra i principali criteri di calcolo dell’assegno divorzile. La decisione ribalta quanto sancito nel maggio 2017 quando la Cassazione, nella sentenza legata alla causa di divorzio tra l’ex ministro del’Economia Vittorio Grilli e la consorte Lisa Caryl Lowenstein, aveva stabilito l’autosufficienza economica dell’ ex coniuge come nuovo criterio di calcolo del mantenimento.
In pratica era passato il principio che se il coniuge è in grado di mantenersi da solo non ha diritto all’assegno divorzile o ne ha diritto, ma in modo commisurato ai criteri di autosufficienza e non al tenore di vita matrimoniale precedente.
Un provvedimento che nel plauso generale aveva trovato anche molte voci discordanti perché un conto è trovarsi davanti una donna di sessant’anni che magari ha rinunciato alla carriera per dedicarsi tutta la vita alla famiglia e che difficilmente alla sua età potrebbe trovare lavoro, e un conto è una donna di quaranta che qualche possibilità di riqualificazione professionale può ancora averla.
Oggi la Cassazione (a cui si era rivolta la ex signora Grilli facendo ricorso alle Sezioni Unite) ha rivisto la cosiddetta “sentenza Grilli” colmando un vuoto normativo che in questi mesi aveva di fatto innescato un meccanismo a catena, con migliaia di richieste di abolizione di assegni divorzili (tra cui quelli milionari di Silvio Berlusconi a Veronica Lario e del Calciatore Pirlo alla ex moglie Deborah Roversi) e ha stabilito che la cosa migliore sia valutare caso per caso, senza escludere a priori di considerare il reddito precedente.
Come riporta l’Ansa, il pg della Cassazione Marcello Matera si è espresso così nella sua requisitoria: “Si può anche convenire sul fatto che il criterio dell’autosufficienza può essere preso come parametro di riferimento, ma non si può escludere di rapportarsi anche agli altri criteri stabiliti dalla legge quali la durata del matrimonio, l’apporto del coniuge al patrimonio familiare, il tenore di vita durante il matrimonio”.
E voi cosa ne pensate: l’assegno di divorzio è giusto che tenga conto del tenore di vita precedente? Rispondete al nostro sondaggio.
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