Un ultimo sguardo alla casa di cui, chiusa la porta, avrei per sempre dovuto dimenticare i suoni, gli odori, i momenti – tanti- di gioia vissuti, le parole che vi erano risuonate e le tante, troppe, mai dette ne ascoltate. Carlino si accucciò quieto sul tappetino dell’auto mentre fuori scoppiava il primo temporale d’autunno. Mi guardò con lo sguardo liquido guaendo triste, e solo allora mi accorsi che stavo piangendo. Un pianto silenzioso, naturale, liberatorio. Gli presi la testa fra le mani, avvicinai la mia alla sua ridendo di un riso anch’esso silenzioso, naturale, liberatorio. Il temporale era finito. Misi in moto l’auto e mi avviai verso la nuova vita che mi attendeva.