Ho molto sofferto, e ho sofferto solo! Solo! Abbandonato da tutti. Il mio posto non era segnato in questo mondo che mi fuggiva, che mi aveva maledetto. Così scrive Herculine Barbin nelle sue memorie, prima di suicidarsi a 30 anni. Si uccise perché non aveva un posto nel mondo, perché nessuno lo accoglieva nella sua completezza, perché non conosceva nessuno simile a lui. Si uccise perché era un’ermafrodita.
Nacque in Francia nel 1838, e venne iscritta all’anagrafe come femmina. Intelligentissima, allegra, affettuosa, studiò e visse lietamente in convento con le sue compagne. Divenne maestra, amata dalle allieve. Fino a quando non sospettò qualche anomalia rispetto al proprio sesso. Fu visitata da un medico che riscontrò il suo ermafroditismo, e da allora cominciò l’inferno. Fu obbligata per legge a prendere l’identità maschile, che era solo metà di se stesso. Come si sentiva strano vestito da uomo, con la cravatta e il cappello…fu costretto a cambiare lavoro. Era stata una valente insegnante, da maschio si trasformò in un malinconico impiegato delle ferrovie, in una solitudine inumana. Se provava a rivelarsi, lo insultavano o lo deridevano, o gli offrivano di prostituirsi. Si sente un mostro e un relitto, visto che così lo trattano. Nelle memorie mediche, Herculine non viene mai chiamato-a per nome: quando parlano di lui i dottori scrivono Il disgraziato, l’infelice, il poveretto. Si uccise col gas, in un appartamento buio, con le sue memorie accanto, quelle invece luminose nel loro dolore, bellissime e strazianti.
Herculine Barbin era un grande scrittore, di efficacia e sensibilità senza pari, ma fu condannato a morte dalla “sanità” dei costumi. E penso a Michele Romeo, oggi. Ho visto in tv su Raiuno la meravigliosa intervista che gli ha fatto Pino Rinaldi. Michele Romeo è lo stimatissimo professore diventato famoso per essersi presentato in classe vestito da donna. I genitori degli allievi hanno protestato, ma Romeo è un insegnante così geniale e una persona così preziosa che gli allievi gli si sono stretti intorno. Come Herculine, Michele Romeo ha in sé due nature, maschile e femminile, e vuole viverle in armonia. Trasmette una rara e autorevole serenità, dopo un percorso difficile. È sposato, ama sua moglie da vent’anni, e lei ama lui. Prima di sposarsi le disse la verità, e lei lo amò nella sua completezza, standogli sempre vicina nel suo coraggioso uscire dalle definizioni e dalle strade segnate, nel non arrendersi alla normalità. In questa nostra civiltà incivile, qualche segno di progresso reale: vivendo nella verità, Michele Romeo si è guadagnato il rispetto di tutti. 150 anni lo separano da Herculine, e migliaia di vittime dell’intolleranza ignorante.
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