Prendi un metro da sarta, alza golf e maglietta e, in piedi e con i muscoli rilassati, misurati la circonferenza addominale all’altezza dell’ombelico. È il numero in centimetri che ne risulta, ben più di altre cifre e parametri relativi al corpo umano, a rappresentare un indicatore del rischio cardiovascolare, ovvero la probabilità di incorrere in una malattia a carico del cuore o dei vasi sanguigni come infarto e ictus.
La circonferenza della vita è infatti proporzionale alla quantità di grasso viscerale, quello che si accumula nella cavità addominale, insinuandosi negli spazi tra gli organi qui posizionati e colmandoli.
Ormai sappiamo senza ombra di dubbio che l’accumulo lipidico a livello dell’addome è il più pericoloso per la salute del cuore ed è per giunta implicato nell’insorgenza anche di diabete, steatosi epatica, aterosclerosi e altre importanti patologie, persino oncologiche. Sì, lo so, se appartieni al gentil sesso ti infastidiranno di più le cosce troppo generose o un sedere un po’ voluminoso, ma sappi che il grasso depositato in questi distretti, per quanto poco desiderabile sotto il profilo estetico, non pone la tua salute particolarmente a rischio. Quello sulla pancia invece sì, correlato com’è a una minore speranza di vita.
Il problema è che si può essere grassi anche… da magri. Al di là del peso corporeo complessivo, che magari misuri con anche troppa attenzione salendo tutte le mattine sulla bilancia di casa senza che questa ti segnali alcunché di preoccupante, la quantità di adipe immagazzinata all’interno dell’addome può comunque essere significativa. Non è affatto strano: quasi un normopeso su due appartiene al gruppo dei “falsi magri”, con l’unico segno apparente di una più o meno accennata “pancetta”.
Anche chi non ha chili in eccesso, ma presenta il grasso corporeo distribuito non uniformemente e localizzato soprattutto sulla pancia corre rischi per cuore e arterie: la quantità di grasso intraddominale minaccia la salute cardiometabolica persino più del sovrappeso.
A questo punto probabilmente ti sarai già chiesta a quanto deve ammontare la giusta circonferenza della vita. Eccoti la risposta: nelle donne dovrebbe essere inferiore a 80 centimetri, se è maggiore di 88 cm il rischio è alto (è più questo numero sale, più sale il rischio) e tra queste due cifre c’è una zona critica che rappresenta un campanello d’allarme.
Se, intanto che ci sei, vuoi prendere le misure anche della pancia di tuo marito, sappi che negli uomini i valori sono diversi: la probabilità di incorrere in malattie cardiovascolari e metaboliche si impenna oltre i 102 cm di girovita, tra i 102 e i 94 cm c’è il “semaforo giallo” e al di sotto dei 94 cm si trova la normalità.
Dimagrire, dunque, costituisce una necessità assoluta, una vera e fondamentale esigenza di salute, che va ben al di là di pur legittime preoccupazioni relative all’aspetto fisico.
Come dico spesso ai miei pazienti che hanno necessità di riconquistare la linea, quella di perdere peso è una decisione che regala anni alla vita e vita agli anni.
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