Sanremo tra gioventù e vecchiaia

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Al Festival di Sanremo in mezzo a tanti giovani c'erano anche ospiti di una certa età. Perché invitarli se poi li si dileggia e proprio perché sono anziani?

Non ho mai visto un Sanremo intero. È un lavoro, 36 ore in 6 giorni ascoltando le stesse canzoni, sempre meno importanti, messe lì a contorno dello show, che di rado è notevole (una volta per tutte, Piero Chiambretti che arrivava volando dall’alto con due piccole ali da Pierino celeste).

Però stavolta, sapendo che c’era Virginia Raffaele, avevo deciso di vederlo il più possibile. Lei è una meravigliosa artista dell’imitazione, figlia spensierata di Sabina Guzzanti (la più grande), simile a lei nel rubare l’anima al personaggio, con una grazia geniale. E mi è simpatica anche perché è nata in un Luna Park, ha la leggerezza divina del clown, fin da piccola ha imparato il gusto del gioco, che è anche dura disciplina.

Ma a Sanremo l’ho trovata pochissimo dilettevole, anzi sgradevole, nello sfottò petulante della vecchiaia. In questo Festival, fra tanti giovani, c’erano anche persone di età avanzata. L’organizzatore (capacissimo) è Claudio Baglioni (68), e fra i cantanti erano in gara Loredana Berté (69), Patty Pravo (71), Ornella Vanoni (85),  il cui successo non si è mai offuscato nel tempo. E una volta che le hai invitate, poi gliela fai pagare col ridicolo?

Virginia Raffaele si era votata a rinfacciare loro la data di nascita, con una bassa comicità che non le somiglia. A cominciare da come trattava Claudio Baglioni. Ogni volta che si trovavano insieme, gli dava del nonnetto con un’insistenza che non faceva ridere per niente. E lui, perché ci stava? Mi è sembrato triste, e umiliante per tutti, giovani e vecchi, per Virginia Raffaele e le sue vittime.

Il colmo del pessimo gusto lo ha toccato quando ha offerto a Claudio Baglioni, che doveva sedersi al pianoforte, una poltrona da vecchio. No, questo no! Lui è un musicista, e i musicisti si siedono sullo sgabello nero girevole che è il loro trono, la rampa di lancio per entrare nel mondo della musica, il sedile magico che permette la massima mobilità del corpo e delle mani- offrirgli la poltrona è come offrire a un guerriero la scopa invece della lancia, è un’offesa alla dignità e più ancora all’arte. Non so com’è finita, ero così disgustata che ho spento subito. Spero che Baglioni non abbia accettato. Che significava tutta questo massacro verbale contro i vecchi? È vero, in Italia c’è una gerontocrazia impressionante, i vecchi non mollano il legno, e nel lavoro sono più richiesti dei nipoti. Ma non è giustiziando gli anziani sul palco di Sanremo che si darà lavoro e credito alle nuove generazioni.

Non ho visto la scena fra Ornella Vanoni e Virginia Raffaele, in un gioco forse gustoso fra imitante e imitata. Ma le cose più intelligenti le ho sentite da Gianluca Nicoletti, nella sua trasmissione Melog dell’8 febbraio (su Radio24). Diceva Virginia Raffaele è giovane, ora, ma un giorno andrà in scena preceduta da una giovane che la fa il verso per come è invecchiata. Virginia Raffaele ha ben altro da offrire che la sua gioventù. Ha il dono del talento, come quando canta l’antica canzone Grazie dei fiori, imitando un vecchio 78 giri con la puntina che si inceppa. Un talento fuor di misura, che meriterebbe più rispetto.

 

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