In questi mesi Milano è un tale fermento di attività culturali e museali che è difficile riuscire a tenere il ritmo delle tante manifestazioni da visitare.
Non che prima non ci fossero opportunità per mostre e quant’altro, ma forse la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci ha dato un impulso e una voglia di partecipare che contagia un po’ tutti, anche chi d’arte non s’interessa sempre.
In metropolitana è tutto uno scorrere di manifesti e locandine: si va da Raffaello all’Ambrosiana con il Cartone della “Scuola di Atene” ad Antonello Da Messina a Palazzo Reale. E oggi 2 maggio, anniversario della morte di Leonardo da Vinci, al Castello Sforzesco di Milano aprono ufficialmente al pubblico due sale che ospitano importanti testimonianze del grande genio del Rinascimento: Il Monocromo leonardesco nella Sala delle Asse, completamente restaurata, e la Pergola dei Gelsi ispirata all’affresco con i gelsi che il maestro dipinse nella Sala delle Asse nel 1498.
Anch’io sono rimasta contagiata da quest’aria di “rinascita” che avvolge la città: ieri sono stata a vedere la mostra del “Codice Atlantico” di Leonardo alla Pinacoteca Ambrosiana, ci ho portato anche mio figlio quindicenne e quando è entrato nella grande sala in legno della biblioteca che ospita le teche con i famosi fogli incisi da Leonardo, l’ho visto ammutolire per lo stupore.
E ho potuto sperimentare in prima persona anch’io quell’emozione che Giovanna Brunitto descrive nella storia vera: In due senza perdersi, su Confidenze in edicola, quando scrive dell’incanto della protagonista davanti ai dipinti di Giotto: “Se dovessi spiegare a parole era come se mi fosse penetrata nel petto una sensazione di meraviglia. Davanti a tanta bellezza, il dolore che portavo dentro si andava sciogliendo, … era lì che volevo stare, era quella la bellezza che volevo ammirare. Era così che volevo sentirmi”.
Del valore salvifico dell’arte si sono scritti fiumi di parole, ma spesso ribadendone l’effetto terapeutico su chi la pratica: la pittura per esempio o in generale le attività creative hanno il potere di lenire depressioni e stati d’ansia, svagare la mente e infondere sicurezza.
Ma nello spettatore, in chi l’arte la fruisce, è la stessa cosa? Io ieri mi sono sentita più ricca (almeno spiritualmente) dopo quella visita e ho provato un senso di meraviglia, di perfezione artistica ed armonia davanti al quadro del “Musico” Di Leonardo, custodito nella stessa sala della Pinacoteca Ambrosiana.
Per questo ho scelto di parlarvi d’arte, per invitare tutte voi a lasciare alle spalle un dispiacere, una preoccupazione e a crearvi un’occasione di svago, anche solo per un pomeriggio. E se volete fare le cose in grande prendete esempio dalla protagonista di un’altra storia vera di Confidenze: Viva la Vida di Shannon Magri, dove una ragazza vola a Madrid in giornata per vedere Guernica, il famoso quadro di Picasso.
Senza bisogno di andare tanto lontano, basta anche un affresco nella chiesa del vostro paese, l’importante è che vi trasmetta quel senso più alto della bellezza e dell’armonia, che è poi anche il senso che ci fa apprezzare la vita. E poi chissà magari fate un incontro galante come succede alla protagonsta della storia vera della nostra Giovanna Brunitto!
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