Mentre mafia, ‘drangheta, camorra continuano i loro affari prosperi e sanguinosi legati al traffico di droga, il nostro Stato ha dichiarato guerra ai negozietti dove si vendono legalmente le foglie di canapa private del principio attivo, ovvero una sostanza rilassante, molto più innocua di qualsiasi calmante farmacologico, e che ha ridotto notevolmente il consumo di droghe leggere.
Prima di prendere posizione- Sì! No! Favorevole! Contrario! Like! Faccetta incazzata! – come i tifosi non pensanti che stiamo diventando, forse dovremmo saperne un po’ di più tutti quanti, a partire da me.
Ho trovato spiegazioni assai utili e chiare nel notevole saggio (documentatissimo) di Anna Paola Lacatena, Il rischio del piacere. Le sostanze psicotrope dall’uso alla patologia (Carocci editore). L’autrice sa di cosa parla. Non è un’opinionista – come si usa definire chi esprime le sue idee sui media, un termine screditante e offensivo. “opinione”, in greco “doxa” , designa secondo Platone un parere superficiale e inconsistente, il contrario della conoscenza.
Anna Paola Lacatena è una studiosa, dirigente sociologa al Dipartimento Dipendenze patologiche delle Asl di Taranto, e autrice di importanti saggi. Il rischio del piacere prende in esame la ricerca del piacere dal punto di vista storico, scientifico, antropologico, filosofico, letterario…si confronta con Freud, Lacan, Platone, Seneca, Malinowski, Leopardi. Spiega la differenza fra uso e dipendenza, esamina l’eterna illusione di vincere il male di vivere attraverso la fuga dal dolore. E insieme fornisce preziose informazioni su come la società medica tratta il problema, in Italia e nel mondo, e sulla situazione giuridica delle sostanze stupefacenti nel nostro Paese. Vivissimo il capitolo dove si parla delle droghe mortali, come l’eroina. “La schiavitù indotta da queste dipendenze rappresenta per chi ne fa uso l’illusione di bypassare la sofferenza (…)Attraverso le esperienze tecnologiche virtuali (social, giochi di ruolo, ecc) si assiste al trionfo della volontà di potenza del soggetto. (…) Finalmente tutto è percepito come permesso e possibile. Peccato che il ‘posso tutto’ in psichiatria corrisponda alla psicosi”.
Lacatena spiega il legame fra desiderio e dolore, e l’illusione di evitarlo attraverso sostanze che sostituiscono la vita con la sua contraffazione: “La dipendenza è il desiderio che fa dell’assenza la spinta della ricerca della felicità, come una belva famelica e mai veramente domabile. È il desiderio che impone all’uomo il dolore. Il piacere che ne consegue è la cessazione della pena. Ma è un falso traguardo, cui segue una sofferenza ancora maggiore. L’autrice dà anche conto delle malattie che possono trovare sollievo attraverso la cannabis terapeutica: sclerosi multipla, dolore cronico neuropatico, oncologia, sindrome di Tourette.
Nelle conclusioni finali, Anna Paola Lacatena rivela tutto il suo slancio umanistico: “Non ci si può accontentare di una lettura fenomenologica banale, standardizzata, media e mediocre. La complessità chiede complessità. La esige. Dov’è il piacere? Ovunque e proprio per questo da nessuna parte. (…) Non nella società dell’estimo, ma dell’autorealizzazione, della stima autentica- non delirante e narcisistica. Chi è il dipendente patologico? La tentazione sarebbe di estendere la definizione a tanti, in barba ai criteri diagnostici e scientifici. La risposta è in una nuova domanda: il consumatore o il dipendente patologico è ancora il deviante o, per assurdo, il più conformista dei consumatori, il più integrato nel contesto socioculturale? È colui che non è più sognato, o che non lo è mai stato. A provare piacere qualcuno deve avertelo insegnato, insegnandoti il valore di te.
E chiude con i bellissimi versi di Danilo Dolci, dal titolo “Ciascuno cresce solo se sognato”. C’è chi insegna/ guidando gli altri come cavalli/ passo per passo: / forse c’è chi si sente soddisfatto/ così guidato./ C’è pure chi educa, senza nascondere/ l’assurdo che è nel mondo, aperto ad ogni/ sviluppo, ma cercando/ d’essere franco all’altro come a sé, / sognando gli altri come ora non sono./ Ciascuno cresce solo se sognato.
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