Letti separati: siamo gay!

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Perché nell'era dei Gay Pride tante persone nascondono ancora le loro relazioni omosessuali? Il pregiudizio è così duro a morire? Ce lo racconta una storia vera su Confidenze

Sono in metropolitana e davanti a me due ragazzi avvinghiati in un abbraccio esplicito non fanno nulla per nascondere la loro relazione omosessuale. Hanno l’aria di due creativi modaioli, forse stanno andando a qualche presentazione o sfilata prevista per la fashion week milanese. Mentre li guardo ostentare il loro amore, mi torna in mente la storia vera pubblicata su Confidenze di questa settimana (Letti separati, di Maurizio Riboldi): due donne che per tutta la vita hanno tenuto nascosto il loro legame sentimentale, e mi sembra che siano passati anni luce da quel racconto.

Oggi l’omosessualità è talmente sbandierata e rivendicata che verrebbe da pensare che non ci sia categoria più tutelata e rappresentata della comunità gay, e quindi che problema c’è a fare outing?

Ma a ben vedere le cose non stanno così. Nel film di Alessandro Genovesi, Puoi baciare lo sposo, (2018), dedicato alle unioni civili, i due protagonisti Antonio e Paolo, intenzionati a sposarsi, dicono una grande verità: un conto è essere omosessuali a Berlino, o in grande metropoli, dove non ti conosce nessuno, un altro è vivere questa condizione in un piccolo paese d’Italia e farla accettare dagli altri. Quante coppie nascondono ancora le loro relazioni per non esporsi alle chiacchiere dei piccoli centri o per non deludere i familiari?

E anche quando la relazione viene scoperta spesso sono i familiari stessi a occultarla, magari tirando fuori scuse del tipo “ lo zio non si è sposato perché non ha mai incontrato la donna giusta”, oppure mascherando il legame sotto una necessità pratica di convivenza.

E d’altronde da questi comportamenti non fanno eccezione anche personaggi famosi del mondo del calcio, della politica e dello spettacolo, dove l’omosessualità raramente viene dichiarata e ostentata come invece è avvenuto per esempio nel campo della moda. Quanti calciatori sono stati chiacchierati in questi anni senza che però mai nulla di ufficiale venisse a galla? Persino nel mondo dello spettacolo, tutto sesso e rock & roll sono pochi i cantanti che hanno dichiarato pubblicamente il propria orientamento omosessuale (ne sono un sempio Tiziano Ferro e Mika).

Per non parlare dei matrimoni di copertura e delle fidanzate di facciata, sbandierate ai quattro venti e pronte ad eclissarsi dopo pochi mesi. Chi di voi per esempio si ricorda che l’Italia ha avuto un presidente della Repubblica omosessuale? Pochi e quei pochi hanno tutti le tempie grigie.

I gay pride e le leggi non sempre riescono a cambiare la testa delle persone, “finita la festa gabbato lo santo” dice il proverbio, ovvero finito il gay pride, ti devi comunque scontrare con la vita di tutti i giorni, i sorrisetti maliziosi dei vicini di casa o le battute dei colleghi.

Personalmente credo che non ci sia nulla di più intimo e personale del proprio orientamento sessuale e della vita affettiva, quindi su questi argomenti è giusto che ci sia il massimo rispetto e che sia il singolo a decidere come comportarsi, “la persona” senza distinzioni di sesso.

 

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