I trattamenti depurativi sono un classico di tutte le medicine tradizionali. Negli ultimi anni sono diventati pure di moda, soprattutto negli Stati Uniti, e di rimbalzo anche da noi, nel Vecchio Continente, che a dire il vero li ha inventati.
Ce ne sono un’infinità, con caratteristiche ed efficacia anche molto diverse: digiuni, semidigiuni, trattamenti a base di succhi vegetali, diete apposite, regimi che escludono determinate categorie di alimenti, approcci basati sull’impiego di erbe e altri rimedi disintossicanti, e chi più ne ha più ne metta.
Benché la scienza le guardi in genere con una certa diffidenza, i pazienti che provano pratiche detox riportano tipicamente un’ampia serie di benefici: perdita di peso, diminuzione del gonfiore, riduzione di infiammazione e dolore, migliore funzionamento dell’intestino, più energie, maggiore lucidità mentale, pelle dall’aspetto più sano e ulteriori effetti positivi. Non è un segreto che, nella mia pratica in studio, riscontro anch’io gli stessi risultati quando imposto specifici trattamenti detossificanti.
Oggi voglio presentarvi un protocollo detox a base di piante note per la loro capacità di agire sui diversi organi-filtro del corpo e sostenerne il fisiologico lavoro di eliminazione di tossine e scorie.
Per l’intestino lo psillio
Il buon funzionamento dell’intestino si riverbera sulla salute generale. La sua regolarità è essenziale per allontanare velocemente il materiale di scarto. La pianta perfetta per rimettere delicatamente in moto l’intestino, consentendogli di partecipare appieno all’opera di depurazione, è lo psillio (Plantago psyllium). Le mucillagini che contengono i suoi semi si rigonfiano d’acqua e aumentano di volume, facilitando l’evacuazione e l’eliminazione delle scorie.
Al fegato serve il cardo mariano
È un insostituibile laboratorio biologico del corpo: filtra il sangue, “disinnesca” le tossine, partecipa alla digestione e fa molto altro. L’erba giusta è il cardo mariano (Silybum marianum). Contiene principi attivi, come la silimarina, che proteggono e rigenerano le cellule epatiche.
La cistifellea vuole il tarassaco
La cistifellea (o colecisti) immagazzina la bile prodotta dal fegato, per poi riversarla nell’intestino. La bile serve per digerire i grassi, ma è anche carica di sostanze che l’organismo deve eliminare. Il fitoterapico adatto è il tarassaco (Taraxacum officinale), un “pilastro” dei trattamenti depurativi: aumenta dolcemente la secrezione biliare e la contrazione della colecisti.
Per i reni la pilosella
I reni svolgono un compito fondamentale nel processo depurativo: gran parte degli scarti dell’organismo vengono eliminati attraverso di loro. Possiamo dare una mano ai reni agevolando il drenaggio dei liquidi e l’escrezione delle scorie metaboliche. L’erba indicata è la pilosella (Hieracium pilosella), che stimola la diuresi, aumentando considerevolmente il volume delle urine grazie ai suoi flavonoidi.
Come assumere queste erbe detox nel modo più pratico ed efficace? Dello psillio, acquistate in erboristeria o in farmacia la polvere dei suoi semi e versatene un cucchiaino in un bel bicchierone d’acqua, da assumere un paio di volte al dì. Cercate le altre erbe sotto forma di estratto idroalcolico e versatene 40 gocce di ciascuna in una borraccia d’acqua, da portare con voi e sorseggiare durante la giornata. Questo trattamento disintossicante si protrae di solito per 3 settimane.
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