Per molti la letteratura è un fatto intimo e parlare dei propri libri e autori preferiti implica un disvelarsi a volte anche faticoso, uno scoprire quella parte di noi che non sempre siamo disposti a mettere in gioco e che solo pochi intimi, appunto possono conoscere.
Di quale libro ha bisogno la tua anima? È il titolo del test psicologico che trovate su Confidenze in edicola e che aiuta a capire qual è il genere letterario più consono a ciascuno di noi in un determinato momento. Perché inevitabilmente i gusti letterari cambiano e riflettono la nostra personalità e il cosiddetto spirito del tempo.
Vi è mai capitato di rileggere un romanzo preso in mano tanti anni prima e di trovarlo improvvisamente noioso? (A me sì. È successo con L’educazione sentimentale di Flaubert e un po’ mi è dispiaciuto, visto che ai tempi era stato uno dei miei faro guida).
Ma d’altronde in fatto di gusti letterari c’è chi si appassiona ai gialli e chi li detesta, chi divora libri di fantascienza e chi muore dietro a Madame Bovary. Chi legge romanzi storici e chi saggi a sfondo politico.
La domanda da farci è sempre la stessa: che cosa cerchiamo veramente nella lettura? Un’evasione dalla realtà? Una conferma del nostro modo di essere? Svago, divertimento, riflessione, avventura, fantasia? Quali risposte ci aspettiamo? E perché a un certo punto (sarà capitato a tutte) interrompiamo con la fatidica frase: non mi piace, non mi prende più?
Quando leggiamo speriamo di incontrare una parte di noi nei personaggi che prendono vita tra le pagine o siamo noi che alla fine ci trasformiamo e diventiamo come loro? E quando questo accade non è forse il segno della grandezza dell’autore?
Quante di noi nelle pene d’amore si saranno ritrovate nella vicenda di Anna Karenina e del Conte Vronskij, o nelle Affinità Elettive di Goethe, dove un micidiale gioco di coppie sconvolge le vite di quattro persone? E ancora chi non ha subito il fascino di Fabrizio Del Dongo, il personaggio di La Certosa di Parma di Stendhal? ( io ho sempre immaginato che dovesse essere un figo pazzesco…oltre che un grande sciupa femmine).
Non ho risposte da dare a queste domande, ma posso dire che solo due grandi scrittori hanno orientato le mie scelte e inciso sul mio animo: Thomas Mann e Marcel Proust. Nel primo ho trovato i classici romanzi di formazione: La montagna Incantata, I Buddenbrook, Tonio Kroger, il Doctor Faustus, libri che erano specchio di una società in crisi, sull’orlo delle due grandi guerre mondiali e personaggi di uno spessore indimenticabile come Lodovico Settembrini e Adrian.
Nel secondo mi sono avventurata in un universo di difficile lettura e comprensione eppure così denso di emozioni e descrizioni che ruotano in buona parte attorno al personaggio di Albertine, misteriosa ineffabile, musa dello scrittore, tanto da aver desiderato più volte di essere come lei (qualcuno si è preso la briga di contare quante volte compare il nome Albertine nei sette volumi della Recherche: 2.360 volte. Una battaglia impari).
E anche se dopo queste letture ne sono seguite altre e sono trascorsi anni, la mia disposizione d’animo non è cambiata. L’ho scoperto facendo il test psicologico su Confidenze: il mio profilo di lettura oscilla ugualmente tra le storie d’amore passionali e romantiche e le saghe familiari. In questo momento però alla domanda “Di quale libro ha bisogno la tua anima? “francamente non saprei cosa rispondere.
Forse rileggerei La Peste di Albert Camus o le pagine del De Rerum Natura di Lucrezio dove si racconta la Peste di Atene del 430 A.C. per trovare conforto a questo tempo incerto, cercando nel passato una risposta per il futuro.
Ma sono sicura che ognuna di voi troverà nel suo profilo di lettura una conferma o una sorpresa dei propri gusti letterari e magari la voglia di sperimentarne di nuovi. Perché questo è il bello di leggere: scoprire mondi nuovi.
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