Dalle eleganti soluzioni Pic&Taste, che prevedono la visita alle cantine e un cestino picnic con prodotti tipici da gustare negli spazi di diversi produttori, ai pranzi con coperta a scacchi in Carnia per assaggiare formaggi e prosciutti distesi su balle di fieno, il comparto enogastronomco in Friuli Venezia Giulia si reinventa. Ce ne parlano tre imprenditrici che hanno saputo rinnovare l’attività di famiglia con nuove idee. Come un safari nei Colli Orientali del Friuli a bordo di fuoristrada, seguito da una degustazione al tramonto su una terrazza che guarda i pendii del Collio. Oppure una divertente staffetta nella valle dello Judrio, dove ogni tappa è pensata per scoprire un vino e il suo vitigno. Percorsi ed esperienze per ribadire l’amore per l’Italia e i suoi sapori.
OLIO NEL CARSO
«Amo il Carso perché è casa mia, ricco di tradizioni e di gente semplice. Lo amo perché è piccolo, ma sa essere anche grande e importante» dice Elena Parovel, 49 anni, quarta generazione nell’azienda di famiglia, in cui si occupa di marketing e comunicazione. La sua famiglia produce dal 1898 vini e olio extravergine da varietà autoctone sulle colline dei fiumi Rosandra e Rio Ospo. In quest’area della provincia di Trieste che si affaccia all’Istria, la produzione di vino e olio ha origini antiche. Nel 1300 per la precisione. «Abbiamo una lunga storia di ospitalità, che risale alla Trieste austroungarica. I nostri bisnonni avevano un’azienda agricola e una locanda di ristoro per diligenze nel 1898. Poi, i nostri nonni hanno continuato ad amare e curare la loro terra e negli anni Settanta sono stati papà Zoran e mamma Rosa a riprendere in mano terre coltivate a vigneti e oliveti e a costruire le basi di quella che è diventata oggi una vivace azienda». Elena ha recuperato la tradizione secolare delle osmize (locali in cui si vendono e consumano prodotti locali, ndr). E oggi, per cercare un ritorno alla normalità post Covid, ha inventato le esperienze di vino e olio in cantina e le degustazioni speciali nella Riserva sull’argine del fiume o direttamente in vigna al tramonto.
LATTE E FORMAGGI PER TUTTI
Laura Zoff, 41 anni, voleva fare la traduttrice. Ma l’amore del nonno per le pezzate rosse italiane le è entrato nelle vene. Così, 12 anni fa è entrata nell’azienda di famiglia portando nuove idee. «Sono cresciuta tra stalle e fieni e ho scoperto presto che il latte non è tutto uguale. E che tutto parte dalla terra e dalle erbe di cui si nutrono le nostre amate mucche». Le pezzate rosse italiane sono portatrici di una proteina, la A2, che non causa alcuna intolleranza. «Questo è il nostro core business: vogliamo mostrare ai turisti come si produce il latte e come nascono i formaggi». L’esperienza inizia in fattoria, con un percorso sensoriale dal laboratorio di produzione, dove ogni giorno il latte delle bovine viene trasformato in formaggi a latte crudo. «Ci spostiamo, poi, nella casa delle nostre mucche di Sola Pezzata Rossa Italiana, raccontando il tipo di allevamento e l’alimentazione. Infine, si raggiunge l’agriturismo per una degustazione dei formaggi con un vino del territorio». Per l’estate ha, poi, immaginato un picnic in fattoria, che si svolge ogni anno a fine agosto. «Al tramonto ci ritroviamo sui prati per una cena-degustazione a base di nostri formaggi, in abbinamento con prodotti di produttori amici del territorio e vini locali. La cena si consuma sul prato, seduti sulle balle di paglia e accompagnati da musica folk».
Tè e gubana
Nelle Valli del Natisone, dal 1999 Valeria produce la gubana antica, il dolce tipico, seguendo la ricetta artigianale. Nessun sapore racconta questi luoghi come il dolce delle feste. Sei mesi fa, in azienda, è entrata sua figlia Elisa Costantini, 39 anni. Ora mamma e figlia puntano sull’e-commerce e hanno aumentato la linea a 30 biscotti. Tutti con ricette tipiche e sconosciute. «I dolci di mia madre sono il risultato di una ricerca di anni tra le donne che preparano ancora in casa le gubane e gli strucchi». Recuperando e raccogliendo ricette originali da donne che oggi in molti casi non ci sono più, Valeria ha tenuto in vita una tradizione. Ad Azzida, alle pendici del monte Matajur, Elisa ha creato una sala da tè. «Qui il ricordo dei caffè austroungarici non è così lontano». La sala è un luogo d’incontro, ma anche un laboratorio per mettere davvero le mani in pasta e lasciarsi sedurre dalla pasticceria friulana. «Produciamo numerose varietà di biscotti, che arrivano direttamente dalle ricette delle nonne. Siamo il ponte del gusto con la vasta comunità di emigranti in Belgio, Svizzera e Gran Bretagna. E per emergere da questo tempo sospeso puntiamo sul turismo esperienziale, con visite guidate e degustazioni».
Turismo FVG è il portale di promozione turistica della Regione. Per informazioni sulle attività descritte: www.turismofvg.it.
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