Mascherina e brufoli, abbinata disastrosa

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La mascherina, è risaputo, favorisce la formazione dei brufoli. E riporta noi over 50 ai tempi in cui la nostra pelle era tutta una “fioritura”

Non potere uscire di casa per mesi interi. Varcare la soglia domestica solo con un’autocertificazione in tasca. Vivere nella totale assenza di baci e abbracci. E festeggiare il Natale in sordina circondati da quattro gatti.

Se ai primi del 2020 qualcuno ci avesse detto che la nostra esistenza avrebbe preso questa piega nel giro di una manciata di decreti ministeriali, è ovvio che non ci avremmo mai creduto. Invece, la realtà si è rivelata talmente abile nel superare la fantasia che ci ha portati addirittura oltre. Cioè, a farci indossare una mascherina prima di compiere qualsiasi azione. Compreso il salto in banca, dove con il volto coperto fino al febbraio scorso ci andavano esclusivamente i rapinatori.

Morale, eccoci tutti qui con quel pezzetto di stoffa o di carta speciale in faccia, ormai abituati a considerarlo una triste appendice di noi stessi (i più negativi). Oppure un creativo accessorio del look moderno (le persone dotate di spirito di adattamento particolarmente sviluppato). In entrambi i casi, un dettaglio obbligatorio con cui fare alcuni conti.

Per esempio, è assodato che l’uso frequente della mascherina favorisca un tipo di eruzione cutanea simile a quella scatenata dall’acne giovanile. Tant’è che è stata definita “maskne”. E anche se su Confidenze in edicola adesso nel servizio Stop ai brufoli trovate le soluzioni per attenuarla, è comunque una scocciatura. Soprattutto per chi, come me, ha un’età ormai ben lontana da quella dei problemi di pelle foruncolosa.

In realtà, esco raramente di casa, quindi le mie guance sono spesso nude e libere di respirare. Però, appena le copro con il “dispositivo sanitario” mi accorgo subito che, in effetti, tra l’epidermide e il tessuto si crea un ambientino caldo-umido che non promette nulla di buono.

Perciò, mi viene quasi da ridere davanti alla sorte che dimostra tutta la sua ironia riportando noi over 50 ai tempi in cui lottavamo contro i brufoli. Ve li ricordate? Anche nei casi meno eclatanti erano sempre lì in agguato, magari invisibili ma pulsanti sotto una pelle lucida come gli stivali di cinz in voga allora. E quando, poi, saltavano fuori, ci catapultavano in un conflitto tra il bene (tamponarli delicatamente con un prodotto antisettico) e il male (massacrarli schiacciandoli con brutalità), dove il più delle volte il male aveva la meglio.

Così, le strategie belliche trasformavamo un minuscolo inestetismo in una bolla rossa e tutta infiammata. Che, però, si riassorbiva in pochi giorni, riportando le nostre guanciotte stagne alla liscia e invitante condizione di pesche.

Adesso, invece, il brufolo trova il suo terreno fertile su una superficie molto diversa, che lo rende ancora più odioso. E se nei casi molto “fortunati” fa capolino timido, timido dentro una ruga che quasi se lo inghiotte minimizzandolo, lo stesso aggiunge al nostro aspetto datato l’ennesimo punto dolente.

La vita insegna, però, che non tutto viene per nuocere. E che alla fine il cerchio si chiude sempre. Infatti, è vero che le imperfezioni cutanee spuntano per la mascherina. Ma è grazie a lei che possiamo nasconderle. E sentirci abbastanza carine da scattarci un selfie super trendy, con il volto rigorosamente coperto.

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