Due anni fa mi sono messa a dieta. Non sono mai stata né grassa ma neppure magra, ho sempre combattuto con qualche chilo in più ma con il passare degli anni mi vedevo sempre più gonfia. Eppure non avevo mai preso in considerazione l’idea di cambiare alimentazione o seguire un piano dietetico specifico. Temevo ogni anno la prova costume e rimandavo per pigrizia il consulto.
Che cosa mi ha spinto tra le braccia di una nutrizionista? Un marito scontento delle mie forme? Forse. Le amiche che ti facevano notare quel paio di chili in più? Gli anni che passano?
Un po’ mi vergogno a dirlo, ma a dispetto dei tanti principi salutari e dei benefici di un’alimentazione più sana, mi ha mosso il desiderio di vedermi meglio nei vestiti che indossavo, senza pancetta e bottoni che tirano. Non mi piacevo più com’ero e questa volta sono stata io a deciderlo, spinta non dalla mia dolce metà o dalla voglia di imitare qualche amica virtuosa. So che la motivazione “vestito” è tra le più futili e inconsistenti, (soprattutto alla luce dell’attuale clausura) eppure qualcosa dev’essere scattato in me se nel giro di otto mesi ho perso ben 10 chili passando dalla taglia 44 alla 40. Come ha reagito mio marito a tutto ciò? Lui è sempre stato fautore della taglia 40 e del tipo anoressico, le mie curve a volte lo disturbavano (mi confessò una volta di aver incontrato l’attrice Valeria Marini in aeroporto e di essersi sentito sopraffatto da tutta quell’abbondanza…) quindi sapevo che la mia scelta non andava contro i suoi canoni estetici del “less is more” ed ero sicura che il risultato avrebbe solo migliorato i nostri rapporti, se mai ce ne fosse stato bisogno.
Eppure, anche lui, dopo essere passato dall’incredulità iniziale verso il piano dietetico che troneggiava sul mio iPad (ho risparmiato ai familiari di appenderlo in cucina come un memento mori) alla consapevolezza che questa volta facevo sul serio, (lo capì quando lasciai intonsa la fetta di torta al cioccolato) a un certo punto ha iniziato a preoccuparsi, dicendomi che stavo dimagrendo troppo, che non era il caso di vivere a pasta integrale e privarsi anche dell’ultimo grammo di zucchero.
Già perché quando in una famiglia qualcuno di mette a dieta, la vivono di riflesso anche gli altri, che all’improvviso vedono comparire in tavola cibi integrali, o si ritrovano verdure lessate o cotte al vapore rigorosamente senz’olio. Io ho evitato ai miei cari di trangugiare riso integrale o petti di pollo lessati continuando a cucinare per loro succulenti manicaretti, ma evidentemente vedere in tavola le mie verdure scondite li destabilizzava e d’altronde qualcosa era scattato nella mia testa, tanto da non farmi distogliere da un rigido piano alimentare.
Quando l’estate è arrivata e ho indossato il bikini, non sono mancati i complimenti di chi mi diceva che sembravo più giovane e decisamente più in forma, ma naturalmente neppure i commenti di chi mi chiedeva come mai avessi perso così tanti chili, e che così non stavo bene, ero troppo magra. Insomma il solito contorno di voci. Poi è arrivata la pandemia. Durante lo scorso lockdown sono riuscita a mantenermi in peso forma (ho preso giusto un paio di chili) chi invece ora lotta con la bilancia è il consorte che non ha mai avuto problemi di peso, ma abituato a saltare la pausa pranzo, si è ritrovato improvvisamente a casa a condividere con noi pranzi e cene, e a fare i conti con il giro vita che aumenta. Ora sono io che sbuffo quando lo vedo dimezzare la pasta o rifiutare una fetta di pandoro. E cerco di rincuorarlo dicendogli che a me lui piace anche così, con qualche chilo in più.
Insomma ho condiviso con voi questi aneddoti familiari per dirvi che il rapporto tra il nostro corpo e l’alimentazione non è mai qualcosa che riguarda solo noi, ma investe anche la coppia se non la famiglia intera. Quante volte ci è capitato di sentire amici che davanti alla proposta di un aperitivo (in epoca pre-covid) rispondevano all’unisono: “no, non possiamo ci siamo messi a dieta” indicando in quella coralità della scelta di essere una coppia davvero unita, decisa a piacersi di più e in modo diverso.
Il rapporto con il cibo diventa specchio della relazione che instauriamo con gli altri: a volte è un campanello d’allarme di qualcosa che non va, (basti pensare alle varie forme di disturbi dell’alimentazione) oppure può far emergere un volto nuovo nella persona che abbiamo accanto e non è detto che sempre ci piaccia. Come racconta la storia vera La dieta del cuore raccolta da Anna Baltia Delfini che trovate su Confidenze. Buona lettura.
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