L’articolo I ragazzi hanno bisogno di più regole e rigore?, pubblicato su Confidenze in edicola adesso, mi ha spinta ad alcune considerazioni.
In linea di massima io sono ligia alle norme, visto che le considero fondamentali per una società ordinata, giusta e civile.
E’ vero, però, che ho 57 anni. Perciò l’età in cui rispettare gli obblighi andava a braccetto con la mia sensazione di avere le manette ai polsi appartiene alla notte dei tempi.
Parlo, allora, di me giovane. E poi, nel ruolo di madre.
Quando ero ragazzina, i miei genitori mi hanno regalato la più totale libertà, a patto di portare a casa voti decenti e di non mettermi nei guai. Secondo alcuni psicologi, questo atteggiamento avrebbe potuto farmi sentire abbandonata a me stessa e lasciata allo sbando. Invece, io ho trovato talmente geniale il metodo educativo dei signori Di Giorgio che, anni dopo, l’ho scelto anche per i miei figli.
Ai quali ho permesso molto presto di fare le loro esperienze e inseguire i rispettivi sogni, consapevole del fatto che tali traguardi erano incompatibili con troppe regole ed eccessivo rigore.
Certo, se non s’impone nessuna restrizione ai ragazzi c’è il rischio che diventino dei selvaggi. Ma sono anche convinta che quando escono dalla scuola media (ovvero appena smettono di essere bambini) si debba rinunciare alle continue intimazioni.
Da piccoli, infatti, i figli sono tenere spugne che assorbono gli insegnamenti della famiglia. Ed è quindi in quegli anni che il genitore ha il dovere di essere un severo sergente. Ma quando, appunto, i cuccioli si trasformano in adolescenti ed entrano da soli in un mondo abitato da ragazzi più grandi (negli anni del liceo), è giusto che lo esplorino in piena autonomia.
In questa fase cruciale, però, va ricordato che una “matricola” quattordicenne può subire fortemente l’influenza di un “maturando” diciottenne. E che il momento ci farà una rivelazione importantissima: ci dirà di che pasta sono fatti i nostri ragazzi. Cioè, se si lasceranno incantare da un esempio positivo o negativo. Se avranno assimilato ciò che gli abbiamo inculcato a casa. Se prenderanno la via sbagliata o sapranno spiccare il volo.
Per lasciare loro la possibilità di distinguersi, emergere o, addirittura, eccellere (ma anche di commettere errori), la strategia non è rimpinzarli di regole, ma provare ad assecondare atteggiamenti e scelte che (il più delle volte) non approviamo. Mantenendo il cuore (nostro) vigile e i polsi (loro) liberi.
L’obiettivo è di una difficoltà pazzesca (non a caso la vita con gli adolescenti è un inferno). Comporta pazienza infinita e capacità di affrontare delusioni (da parte dei genitori). Richiede disponibilità agli scontri più feroci (le risse in casa sono all’ordine del giorno). E necessita di una confezione maxi di fazzoletti sul comodino, per asciugare le lacrime nei momenti più bui.
Tutto questo con i miei figli io l’ho passato. Sono stata da cani, spesso mi sono vista e li ho visti persi. In alcuni periodi ho avuto paura. Eppure, mi sono (quasi) sempre trattenuta dall’imporre il mio volere.
E adesso che sono due giovani uomini con la testa sulle spalle, sono felice che siano diventati adulti nel loro modo. Tra mille ostacoli, ma con poche regole e ancor meno rigore.
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