L’ETICA L’ABITO DELLA FESTA
di Teresa AvertaL'etica l'abito della festa: un abito importante ed elegante, si sa, e si fa finta di non sapere che senza indossare l’etica, saremo spogliati anche della nostra dignità.Quel marchio a fuoco che ci ha impresso Dio per riconoscerci e, per farci riconoscere dal mondo e nel mondo. Per dire e per far capire a noi stessi quanto siamo creature speciali e ci manca poco per avere le ali … e forse ce li abbiamo e non ce ne accorgiamo.E crediamo di volare anche quando abbiamo i piedi per terra perché non pensiamo e pensiamo male.Seppur ci innalziamo di poco, tra impressioni, illusioni e compromessi, e con un pizzico di vanità, basta una nuvola nera, un alito di cielo o la rabbia di un santo in catene… ed ecco che una brusca frenata ci riporta nuovamente tra le pene: pene umane e mondane.Senza passione non c’è resurrezione, senza resurrezione non c’è salvezza … né libertà.La libertà sente freddo, e nuda si vergogna, allora?Allora ci vuole un abito come vi dicevo, e non solo stracci di accennata educazione o piccoli assaggi d’inculturazione … ma serve Etica e Passione.Passione ed Etica. Etica e Passione.Quanta passione? Credo tanta…Senza questa passione, anche il più brillante raziocinare diventava una mostruosità … l’aveva detto il mio grande Amico P.P. Pasolini.E aveva ragione lui, che era una persona lungimirante,che ha guardato e guardava con gli occhi del cuore come me.Perché la gente pensa che “guardare con gli occhi del cuore” significhi con gli occhi dell’amore … no.Significa “guardare le cose con verità”.Così come Sono e non come vorremmo che fossero.Perché l'etica? Sembra molto "materialista", molto "scientifico", relegare l'etica alla sfera della coscienza personale.In realtà è soltanto molto "progressista" e non ha nulla a che vedere con i processi di emancipazione. Serve a togliere ostacoli al procedere della distruttiva opera delle élite, dei “cosiddetti grandi”.L'etica impone una misura, perché ho già detto che è un abito, anche allo smodato o per lo meno fornisce la capacità di riconoscerne, e denunciarne, la smodatezza, l'anelito e la volontà di andare oltre ogni limite, che è poi la sostanza della logica autoreferenziale del capitalismo, che, infatti, non vuol farsi misurare da nessuna etica.E oggi, infatti, di etica non ne abbiamo più nemmeno un'oncia.È così la nostra coscienza etica è oggi come un derivato bancario. Sotto non c'è nulla, ma solo altri derivati. Al contrario di quella che muoveva la passione civica e politica di Pasolini, la nostra etica ha solo un valore "nozionale".Cercano di privarci dell'etica, ma non sanno che è dentro di Noi, ma dobbiamo a tutti i costi ripercorrere quel doloroso calvario e riprendercela.E non è facile riconquistare Qualcosa che è dentro di noi e ci appartiene di diritto.E appartiene a tutti. Solo in questo modo avvertiremo prima l'esigenza e avremo poi la forza di urlare "Perché?".Non occorre un grande sforzo, siamo abituati ai calvari estenuanti, ai dolori importanti, sappiamo che ci sarà sempre un prezzo da pagare sull'altare tra delizie e croci.Dove, però anche se non c’è luce, esisterà sempre una candela divina accesa, e un tabernacolo di speranza per gli uomini soli.Basta. Diciamo basta, ai corvi neri assetati solo di menzogne e ipocrisie, e non permettiamo che la nostra umanità sia oscurata da infernali propagande di non senso che diventano sempre più aggressive e con argomenti che man mano diventano sempre più poco credibili.Tutto sommato, basta essere solo un po' criticamente curiosi … cambiare sguardo.Cambiare il modo di vedere noi stessi e il mondo. Cambiare abito, abito mentale.Vestirsi a festa con l’abito dell’Etica, e ritrovare la dignità perduta.V’invito a essere curiosi ricercatori di voi stessi. A volte può essere utile aver fatto o fare qualche viaggio: Viaggio interiore … intendo, poiché serve a guarire dalle scorie di un banale esistere.Fatevi anima! Farsi anima è stare nel sacro, nella gioia di darsi e nel piacere, nel fuoco, nel calore psichico, nella beatitudine di cui questo darsi è fonte primaria di Vita e Verità.Teresa Averta
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