Quando nacque mio figlio, felicissima di quel fagottino che socchiudeva gli occhietti beato, ricordo che dentro di me si fece strada per un attimo il rimpianto di non aver messo al mondo una bambina solo per quella complicità che nasce tra madri e figlie femmine e che se pur tra mille difficoltà e recriminazioni cresce e si fortifica dall’adolescenza all’età adulta.
Fu un pensiero che svanì subito presa com’ero dalla felicità di diventare mamma, ma negli anni osservando le amiche che hanno figlie femmine, e anche la relazione stessa con mia madre, mi sono ritrovata a riflettere spesso su come madri e figlie femmine si accompagnino tenendosi idealmente per mano nei diversi ruoli che riserva loro la vita: prima bambine, poi giovani donne, madri e nonne.
Oggi questo pensiero mi è tornato in mente leggendo l’articolo che compare su Confidenze: Che mamma sei? Chiedilo a tua figlia e ho pensato che quel rispecchiamento e processo di identificazione descritto così bene nell’articolo è qualcosa di strettamente peculiare al rapporto con le figlie femmine. “La nascita di una figlia è spesso vissuta dalle madri con totale identificazione: è un po’ come partorire una nuova te stessa, magari più brava e talentuosa” dicono i nostri esperti.
Difficile creare la stessa complicità con un figlio maschio. Il che non vuol dire che il legame non sia altrettanto forte e profondo, anzi, ma per quanto gli uomini siano accusati di essere eterni mammoni, crescendo è molto più facile che prendano il volo e si stacchino dalla madre più di quanto faccia una figlia femmina.
Cosa ci tiene ancorate alle nostre madri? Oltre al legame affettivo e simbolico con chi ci ha dato la vita c’è tutto un universo che parla al femminile e che va dalla lista della spesa condivisa all’ultimo minuto, “se vai al mercato mi compri i fiori di zucca, per favore?” alla passeggiata in centro per guardare le vetrine, fino ai normali pettegolezzi su conoscenze comuni e vicinato o alle confidenze più intime.
Ve lo immaginate un diciassettenne che vi accompagna a comprare un paio di scarpe? E a chi potete confidare che una vostra cara amica si sta separando? Forse a vostro marito sempre preso da altro? Nooo alla mamma. Per non parlare dei consueti sfoghi sul carico familiare o sui progetti di rinnovamento dell’arredo puntualmente snobbati dai consorti . Insomma con gli anni le nostre mamme diventano un po’ delle amiche con cui confrontarci su temi come l’educazione dei figli ( i loro adorati nipoti) o l’ultimo parrucchiere che ha aperto in quartiere.
Per contro ogni medaglia ha il suo rovescio e questa nel caso delle figlie femmine si chiama adolescenza che porta a scontri epocali perché in gioco oltre al normale conflitto generazionale e rifiuto delle regole imposte, c’è anche la competizione femminile. Come dice il nostro articolo “se l’insidia si chiama invidia” c’è il rischio di compromettere il legame e di ingenerare nella ragazzina un senso di rinuncia alla propria femminilità, dettato dal non voler oscurare la madre.
Sfido chiunque a essere invidiosi di un adolescente con il 46 di piede e la barbetta incipiente…
Se mai a noi mamme di figli maschi ci viene voglia di sfrugolarceli un po’ questi eterni bambinoni, consapevoli che tra qualche anno il nido sarà vuoto.
Concludo pensando alla mia di mamma che nell’ordine è sempre stata affettuosa, apprensiva, autoritaria e un po’ chioccia, sempre intenta a tenere sotto controllo i suoi pulcini , a lei e a tutte le mamme del mondo vanno i miei auguri per la Festa della Mamma.
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