Ragazzi! Corteggiare è un apprezzamento, non una molestia

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C'è una bella differenza tra corteggiare e molestare. E bisognerebbe tenerla ben presente. Lo dico da donna, ma anche mamma di maschi

Sul numero di Confidenze in edicola adesso, nell’articolo A una donna che ama i complimenti, ci sono alcune considerazioni su un argomento sempre più di attualità. Cioè, qual è il limite tra un apprezzamento e una molestia.

Il tutto parte dalla testimonianza di una certa Giuliana, gratificata dalle lusinghe (anche le più colorite) che le capita di ricevere per strada. Mentre lei gongola, però, la madre e la sorella la criticano aspramente, accusandola di essere una vanitosa patentata, incapace di distinguere un uomo da un galantuomo.

Cosa ho da dire a proposito? Innanzitutto, che ormai la mia età non va più a braccetto con la raccolta entusiasta di consensi. E che quando sono a spasso, non c’è uno straccio di maschione che si senta in dovere di urlarmi dietro un sonoro “bella gnocca” o frasi del genere.

Come nella vita di ognuna di noi, però, nel passato mi è successo di sentirmi qualche occhio addosso. Soprattutto considerando che, muovendomi in moto in un mondo in cui il gentil sesso preferisce lo scooter, notarmi è sempre stato abbastanza facile.

Eppure, se una volta mi bastava fermarmi a un semaforo per destare una minima di curiosità mista ad ammirazione, oggi davanti al rosso più eterno mi rendo conto di essere diventata completamente trasparente. Tutti gli uomini, infatti, guardano con insistenza signorine ben più giovani e carine. Anche se tali donzelle sono a cavallo di una banale bicicletta e non del mio roboante Guzzone.

Quindi, se adesso sentissi qualcuno fischiarmi dietro, non mi scandalizzerei. Anzi, farei ovviamente finta di niente (come una vera signora), ma dentro di me avrei un brodino che ribolle di giuggiole per la vanità solleticata a mille.

Sì, perché la molestia non c’entra niente con l’apprezzamento. Che, è inutile negarlo, alla fine fa sempre piacere.

Tant’è che, pur accanita sostenitrice del sacrosanto diritto delle donne di essere rispettate (e del sacrosanto dovere degli uomini di rispettarle), non condivido la mania di interpretare ogni gesto di lui allusivo, offensivo, aggressivo o, addirittura, brutale.

Quello che voglio dire, è che spesso si fa confusione tra realtà davvero tragiche e comportamenti che, da che mondo è mondo, appartengono al corteggiamento e alla semplice galanteria.

Rabbrividisco, infatti, quando penso alla Bella addormentata nel bosco o a Biancaneve raccontate vittime di un principe infoiato che le bacia senza il loro consenso.

Ma stiamo scherzando? Un conto è tenere alta l’attenzione sul drammatico problema della violenza nei confronti delle donne. Un altro è travalicare i limiti del buon senso.

Insomma, ben vengano i movimenti come #Me Too. Ma da qui a considerare ogni approccio l’anticamera di atti osceni mi sembra davvero un po’ troppo.

Lo sostengo anche perché sono mamma di figli maschi. E penso sia folle che possano trovarsi nei guai per una mano sfiorata durante una passeggiata o per un bacio pieno di promesse dato sotto il portone.

No ragazzi, tutto questo è da pazzi. Come ha ripetuto Catherine Deneuve, infatti, le differenze devono essere ben chiare. «Lo stupro è un crimine, ma le avances insistenti o goffe non lo sono. Né la galanteria è un’aggressione maschilista» ha detto più volte l’attrice. E io abbraccio con forza la sua idea.

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