“Erika ha sedici anni, è una ragazza carina, vive un forte conflitto con la madre e va molto d’accordo con il fratellino, a scuola si è ritagliata un ruolo da leader per via del fascino e del magnetismo che sprigiona. Tuttavia è una ragazza silenziosa, riservata e distante che in casa è ribelle. Ama i Luna Pop e Jim Morrison, è scontrosa, umorale e rende poco a scuola. Per i periti che l’hanno visitata l’incontro con Omar è decisivo a far affiorare il suo sé patologico narcisista. Omar ha diciassette anni ed è un ragazzo timido e silenzioso, ma quando si mette con Erika il suo carattere si modifica e diventa duro e aggressivo. I De Nardo non approvano quella relazione, mentre in casa di Omar accettano i loro incontri e li lasciano liberi di chiudersi in camera per intere giornate. Erika e Omar si conoscono al Luna Park nel maggio 2001, si isolano dagli altri e la camera di Omar si trasforma nel quartier generale, dove fanno l’amore e progettano una strage. Lo sterminio della famiglia De Nardo (riuscita solo in parte) viene premeditato per tre lunghi mesi prima di essere messo in atto. La diabolica coppia pensa di agire dapprima con il veleno (è stato ritrovato un manuale sui veleni sottolineato) ma poi Erika e Omar decidono che è meglio il coltello”.
L’ho trovato in un mercatino all’aperto, mi ha attratta come sempre una delle parole chiave della mia vita: diabolico. Che poi più che diabolico è ‘diaboliche’, unito al termine ‘coppie’: appeal letale. Trentaquattro casi di “crimine a due” dal 1902 al 2006, dal delitto di Marostica (commesso dalle amiche intime Angela e Libera detta Marinella) al giallo di Omegna (Antonino Sidoti e l’amata figlia Vincenza, i due dormono addirittura insieme, che uccidono la moglie e madre, Silvia) passando per gli ormai quasi mitici Bonnie & Clyde (la coppia criminale per antonomasia), Patrizia Badiani e Gennarino Clausi (che nel 1984, a Firenze, uccidono il marito di lei, Aniello), Giulia Fiori e Antonio Ferraro (che nel 2006, a Torino, uccidono Deborah, una loro cara amica di vent’anni, con un colpo di ferro da stiro al volto e sette coltellate alla gola) e i fratelli Lyle e Erik Menendez (che nel 1989 uccidono i genitori a Beverly Hills).
Il padre della psicanalisi moderna, Sigmund Freud, affermò che “ogni uomo ha istinti aggressivi e passioni primitive che lo portano allo stupro, all’incesto o all’omicidio e che sono tenute a freno, in maniera imperfetta, dalle istituzioni sociali e dai sensi di colpa”. Le storie raccontate in questa antologia ci raccontano il nostro lato oscuro che vince sul controllo quando i freni inibitori cedono. Siamo tutti criminali potenziali, nessuno di noi può dirsi ‘buono’ o ‘cattivo’, il prevalere dell’una o dell’altra componente dipendono dalla somma o dalla differenza di più fattori, spesso del tutto imprevedibili, non legati a precedenti o a estrazioni sociali svantaggiate o devianze strutturali. Uccide la figlia, uccide il figlio, uccidono le mogli, uccidono gli amanti del gesto definitivo e fine a se stesso; si uccide per raggiungere uno scopo, si uccide per invidia, per gelosia, per divertimento, per vedere l’effetto che fa.
Quante volte vedendo un film pieno di omicidi cruenti o leggendo un thriller mozzafiato ci troviamo a pensare ‘queste cose nella realtà non potrebbero mai accadere!’. Queste cose nella realtà accadono eccome. E sono molto più feroci delle loro copie sbiadite sullo schermo di un cinema o sulle pagine di un libro.
Lupi e Marchesi, Coppie diaboliche, Editoriale Olimpia
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