«Sono una donna, non sono una santa» cantava Rosanna Fratello a Canzonissima nel 1971. E se quel brano ha avuto un successo insperato (gli autori Testa e Sciorilli l’avevano proposto a Gigliola Cinquetti e Iva Zanicchi che, però, l’avevano rifiutato), forse è perché in molte di noi prevale più la donna della santa.
La teoria potrebbe essere confermata dall’articolo Così sono stata “beccata” (su Confidenze in edicola adesso), che raccoglie numerose (e sottolineo il numerose) testimonianze di fanciulle avvezze alle scappatelle.
Certo, a differenza della Fratello, decisa ad aspettare tre mesi (lunghi da passare) per concedersi al pretendente nonostante l’amore stuzzicasse il suo cuore, le persone intervistate sono tutte simpaticamente accasate (con un marito o un fidanzato consolidato), ma anche impelagate in altre storielle random.
Fin qui, nulla di strano (sono donne, non sante) e non sarò io a giudicarle. Però, non riesco a tacere sul fatto che si siano fatte scoprire come pivelle patentate. Perché se le loro relazioni clandestine sono venute a galla è per colpa dei soliti indizi troppo spesso trascurati dai fedifraghi: messaggini non cancellati dallo smartphone, lettere lasciate temerariamente in giro, un goccetto di vino in più che scioglie la lingua.
A questo punto, mi verrebbe da stilare un brevissimo vademecum molto banale, ma altrettanto prezioso per chi sente il desiderio di respirare un po’ di aria nuova senza mettere in pericolo la relazione ufficiale.
La prima regola del traditore è di una ovvietà sconvolgente: eliminare whatsapp, mail compromettenti e bigliettini evocativi. La seconda, non attardarsi sul cellulare in orari strani, perché sfido anche il più ingenuo a non insospettirsi se l’amata se ne sta rinchiusa in bagno in piena notte aggrappata al telefonino bollente. La terza, non cambiare look.
Un classico di chi sta vivendo un nuovo amore, infatti, è truccarsi più del solito. E concentrarsi esageratamente sul modo di vestire, che di colpo diventa seducente al limite dell’imbarazzante.
Detta così, sembra che io sia la regina delle corna. Invece, sono solo osservatrice (una mise provocante è spesso foriera di notizie di tradimenti), attenta ascoltatrice (quante volte ho sentito dire «Ha letto i miei messaggi») e maniaca delle statistiche. Le quali sostengono che se non si rispettano le tre regole sopra citate è quasi impossibile farla franca.
Eppure, riuscirci al 100% non è comunque scontato. Ed ecco, allora, che subentra un’altra strategia: quella del negare sempre l’evidenza più evidente. A tal proposito, gli uomini in genere sono maestri. Ma il mio mito rimane un signore di cui mi è stato raccontato.
Una sera, il tipo ha comunicato alla moglie che gli amici avevano organizzato una partita di calcetto. Lei ha fatto finta di credergli ma, appena il consorte è uscito di casa (carico come un mulo e sentendosi furbo perché si era portato appresso la sacca sportiva), la signora è balzata in macchina e si è piazzata di fronte al portone della presunta amante (e che in effetti lo era).
Ma quando il giorno dopo ha dichiarato al marito di averlo visto varcare quella soglia, pensando di farlo crollare, lui le ha risposto serafico: «Tu credi a quello che ti dico io o a quello che ti dicono i tuoi occhi?».
Di fronte a un uomo del genere ci sono solo due possibilità: sbatterlo fuori di casa in un nanosecondo. Oppure stringergli la mano, complimentarsi per l’incommensurabile genialità e accettare di avere accanto sì un traditore. Ma da applauso per la prontezza di spirito e la creatività.
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