Con il termine generico di “frutta secca” si tende a indicare sia la frutta a guscio che la frutta disidratata. Due categorie di alimenti che, in realtà, non hanno molto da spartire, se non la squisitezza e l’apporto calorico, obiettivamente significativo.
Infatti, la frutta a guscio è rappresentata da semi. Tra gli esempi di questo gruppo più frequentemente consumati troviamo noci, mandorle, nocciole, pinoli, arachidi, anacardi, pistacchi, noci del Brasile, noci macadamia, noci pecan, ma anche semi di zucca, di girasole, di lino e altri ancora. Le calorie della frutta in guscio si devono soprattutto al gran quantitativo di grassi (tanto che un altro termine per designarla è “semi oleosi” oppure “semi oleaginosi”).
Invece, nel caso della frutta disidratata si tratta di vera frutta, che è stata sottoposta al processo di essiccazione. Le varietà che compaiono più spesso sulle nostre tavole sono fichi, prugne, datteri, albicocche e uvetta, ma vengono commercializzate essiccate anche mele, ananas, banana, kiwi, mango e innumerevoli altre varietà di frutta. Qui a far lievitare le calorie sono gli zuccheri (in primo luogo, fruttosio), di cui la frutta disidratata è particolarmente ricca: nel frutto essiccato, che è stata privato dell’acqua, lo zucchero si concentra, aumentando molto rispetto a una pari quantità di frutto fresco, che l’acqua invece contiene.
C’è un altro punto, a dire il vero, che accomuna frutta in guscio e frutta disidratata: la frutta secca è un classico delle festività natalizie. Difficile che sulla tavola delle feste manchino fichi secchi, datteri, noci e altre prelibatezze tipiche. D’altronde, è Natale e qualche sgarro ci può stare.
Tuttavia è proprio questo il punto su cui più vorrei portare la tua attenzione: considerare la frutta secca non una minaccia, bensì addirittura un’alleata per la linea e pure per la salute, e quindi consumarla tutto l’anno, al di là di questi giorni di festa.
I motivi sono tanti. La frutta a guscio contiene grassi prevalentemente di tipo polinsaturo, particolarmente benefici (innanzitutto per l’apparato cardiovascolare), nonché proteine, fibre alimentari, vitamine (quali la vitamina E e alcune del gruppo B) e minerali (potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, tra i principali). Ha un notevole potere saziante e studi clinici hanno verificato che può persino essere proficuamente inserita nelle diete dimagranti. La frutta essiccata, invece, presenta minori quantità di certe vitamine rispetto a quella fresca (la vitamina C, per esempio), però i sali minerali restano inalterati e, anzi, come gli zuccheri, si concentrano. Anche la fibra alimentare durante il processo di disidratazione si conserva. Insomma, in entrambi i casi abbiamo a che fare con alimenti carichi di sostanze salutari.
Certo, le calorie della frutta secca non sono in discussione (100 grammi di noci hanno praticamente il doppio delle calorie di un’equivalente quantità di pasta) e dunque il consumo di frutta in guscio e disidratata deve essere estremamente controllato. Sto parlando di piccole manciate (20-30 grammi), da sgranocchiare non ai pasti principali, ma a colazione o a merenda (è lo spuntino ideale dopo lo sport): sono cento volte meglio di biscotti, merendine e barrette di dubbia composizione.
Oltre alla moderazione nel consumo, ci sono alcune attenzioni che dovresti prestare. Per la frutta a guscio, assicurati che sia sempre al naturale (non salata, caramellata ecc.) e, quando possibile, sgusciala tu al momento. La frutta disidratata invece non deve avere zuccheri aggiunti e inoltre ti consiglio caldamente di verificare in etichetta che non contenga additivi, prima tra tutte l’anidride solforosa (indicata anche con la sigla E220).
Se segui queste cautele e ti fai guidare dal buon senso, ti garantisco che puoi concederti la frutta secca non solo da Natale a Capodanno, ma anche… da Capodanno a Natale!
Ultimi commenti