Da quando la vaccinazione per il Covid è stata estesa anche ai bambini dai 5 agli 11 anni sono molti i genitori in dubbio se non addirittura contrari alla somministrazione del vaccino ai propri figli. E la polemica dei no vax si è ulteriormente inasprita tanto da arrivare persino ad atti intimidatori, come per esempio quello di qualche giorno fa ai danni della immunologa Elena Viola, che ha ricevuto una lettera anonima contenente un proiettile di pistola e che è stata messa immediatamente sotto scorta, Di quale colpa si è macchiata? Naturalmente di aver incentivato i genitori a far vaccinare i loro bambini piccoli. «Rifarei tutto ciò che ho fatto finora» ha detto la dott.ssa Viola.
I dati dell’Istituto Superiore di sanità e del Ministero della Salute parlano di una crescita dei contagi e ricoveri anche nella fascia di età tra 0 e 19 anni: Tra Natale e Capodanno fa sapere l’Istituto Superiore di Sanità i ricoveri negli under 19 sono più che raddoppiati e per bimbi di 5 anni sono 10 su 1 milione di abitanti. L’appello da più parti, dall’Associazione Presidi di Roma, alle autorità sanitarie è quindi a vaccinare i bambini visto che in queste settimane l’affluenza dei minori ai punti vaccinali è ancora molto bassa. Dando uno sguardo nel resto del mondo invece si scopre che negli Stati Uniti sono già 7,5 milioni i minori di 11 anni vaccinati, mentre in Europa sono solo Danimarca e Austria ad aver intrapreso una campagna vaccinale massiccia anche sui bambini. In Francia ai primi di gennaio solo l’1% dei bambini risultava vaccinato e la Gran Bretagna ha deciso di far vaccinare solo i soggetti fragili tra i minori.
Su Confidenze Maria Rita Parsi risponde ai legittimi dubbi di una madre sul vaccino per il proprio bambino, ricordando come esistano già una serie di obblighi vaccinali nella primissima infanzia, ai quali non ci si può sottrarre se si vogliono mandare i propri figli a scuola. Negli ultimi anni poi abbiamo assistito a ondate di malattie virali come la meningite che qualche anno fa scatenò una vera e propria corsa ai vaccini in tante famiglie con i figli adolescenti (io stessa in previsione di una vacanza all’estero vaccinai mio figlio).
Per età faccio parte della generazione che ha ancora ricevuto lo zuccherino contro la poliomelite e l’antitubercolina, allora nelle scuole pubbliche c’era il medico scolastico, un presidio sanitario importantissimo che sovrintendeva anche agli obblighi vaccinali per i bambini e teneva d’occhio la diffusione di epidemie e malattie infettive nelle aule. La medicina scolastica è stata abolita con la Riforma del Sistema Sanitario nazionale del 1978. E da più parti ora ne è stata chiesta la sua reintroduzione. Certo non fermerebbe i genitori no vax, ma almeno darebbe a tanti bimbi l’opportunità di vaccinarsi tra le mura scolastiche tenendo traccia delle varie malattie.
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