Il 28 gennaio del 1931 nasceva a Milano Lucia Bosè, star indiscussa di Cinecittà, musa di Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, amante di Edoardo Visconti e Walter Chiari, regina dei rotocalchi e dei set cinematografici, fino all’incontro magico con il torero Luis Miguel Dominguín che diventerà suo marito e padre dei suoi tre figli.
Milano ricorda la grande interprete del cinema italiano, scomparsa nel 2020, con una rassegna cinematografica di tre giorni “Lucia Bosè, diva milanese”: dal 28 al 30 gennaio 2022 presso la Cineteca Milano MIC si terrà la proiezione di tre delle sue più meravigliose interpretazioni: Cronaca di un amore (1950) e La signora senza camelie (1953) di Michelangelo Antonioni, e Gli sbandati (1955) di Francesco Maselli (info su www.cinetecamilano.it).
Durante la rassegna sarà anche presentato il romanzo ispirato alla biografia dell’attrice Lucia Bosè. L’ultimo ciak di Laura Avalle (ed. Morellini, 2021) e il documentario Lucia y el mar a firma di K. Kosoof (frutto del sodalizio artistico tra i registi Davide Sordella e Pablo Benedetti) l’ultimo film a cui prese parte, come protagonista, la grande diva.
Il libro di Laura Avalle ripercorre proprio gli anni di vita milanese dell’attrice, la sua casa di origine in un quartiere popolare, che fu rasa al suolo durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e poi l’incontro con Luchino Visconti che la notò commessa nella pasticceria Galli di Milano e le suggerì un provino con Giuseppe De Santis, dopo averla definita “un animale cinematografico”.
E poi il concorso di Miss Italia vinto a Stresa nel 1947 e una carriera fulminante che proprio al culmine della notorietà lei decise di interrompere per amore di Dominguín, il più grande torero di tutti i tempi, dal quale ebbe tre figli: Miguel Bosé, Lucia e Paola Dominguín.
Il loro fu un amore passionale e travolgente: Lucia lo seguirà fino a Madrid, in quella Spagna cattolica e franchista dove vivrà anche dopo lo “scandaloso” divorzio (era il 1968) causato dai ripetuti tradimenti del marito, evento che segnerà il suo ritorno al cinema con i più grandi registi: Fellini, Taviani e Özpetek. Fu questa anche l’epoca dove ricevette grandi riconoscimenti: il prestigioso Ambrogino d’oro del Comune di Milano nel 1980, e il documentario “Il clan Bosè” con il quale la Rai le rese omaggio. Con il passare degli anni Lucia accetterà proposte dalla tv, dal teatro e dal cinema e inizia la sua metamorfosi: si trasferirà a vivere in una casa più piccola a Brieva, un paese in provincia di Segovia abitato da poche anime, e cambierà look, capelli corti e colorati di blu, immagine che si porterà dietro fino alla fine dei suoi giorni.
L’attrice, paladina della libertà, come anche dei diritti delle donne e della loro emancipazione, si è spenta il 23 marzo 2020 all’età di 89 anni all’ospedale di Madrid, per Coronavirus.
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