Sorelle per scelta

Cuore
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Riproponiamo sul blog una delle storie più apprezzate del n. 7 di Confidenze

 

Come succede spesso nelle grandi amicizie, all’inizio Anna Lisa e io ci guardavamo con sospetto, così diverse l’una dall’altra. Negli anni siamo diventate quasi inseparabili e sembra sicuro che saremo pure consuocere

STORIA VERA DI BARBARA MARINI RACCOLTA DA CLAUDIA TURCHIARULO

 

Alle superiori ero abbastanza spavalda e, per questo, non venivo molto apprezzata dalle mie coetanee che tendevano a provare invidia nei miei confronti, o semplice antipatia. Quando la classe di Anna Lisa si trasferì a Taranto per frequentare il quarto anno del professionale turistico, dopo il triennio svolto a Martina Franca, capitò spesso che ci incrociassimo nei corridoi, ma senza mai rivolgerci la parola.

Lei aveva una pessima considerazione di me senza nasconderlo e io non ero interessata a farle cambiare idea, visto che, per dirla tutta, neppure la sua reputazione era così placida. Insomma, eravamo due dure, poco inclini alla socievolezza.

Durante l’estate, però, partimmo per uno stage organizzato dalla nostra scuola in un importante villaggio turistico a Marina di Ugento.
Il caso volle che condividessimo lo stesso appartamento insieme a due compagne che provenivano dalle rispettive classi. Avere entrambe un punto di riferimento in casa ci dissuase dall’approfondire la nostra conoscenza. Presto, però, complici i primi innamoramenti per il bel collega di turno e qualche delusione, il ghiaccio si ruppe e Anna Lisa poté ricredersi sul mio conto. Scoprì, così, che non ero assolutamente cinica o cattiva come potevo apparire, ma che quella era solo una corazza che preferivo indossare per non mostrare la mia sensibilità e rischiare di essere vulnerabile.
In sostanza, a fine stagione non eravamo più due semplici conoscenti o compagne di scuola, bensì complici e amiche.

Stiamo parlando, però, della fine degli anni Ottanta, quando non esistevano cellulari né chat, e il telefono fisso veniva utilizzato lo stretto indispensabile. Dunque diventava molto difficile mantenere i rapporti tra adolescenti.

Oltretutto, dopo la scuola, Anna Lisa rientrava a Martina Franca ed era lì che intratteneva le sue relazioni sociali, mentre io rimanevo a Taranto e uscivo con la mia compagnia.

Di conseguenza, la nostra amicizia si raffreddò parecchio. Fu solo dopo il diploma che ci ritrovammo di nuovo.
Io cominciai a lavorare per agenzie di viaggi, mentre lei faceva la receptionist nei villaggi turistici.

Ogni anno, quindi, per le vacanze, io e mio marito Pasquale prenotavamo una camera nella struttura dove lei lavorava. E quando Anna Lisa era in ferie, passava lunghi periodi a casa nostra. Mi stupivo del fatto che fossimo così compatibili pur avendo stili di vita diametralmente opposti. Io avevo sposato lo stesso ragazzo con cui ero fidanzata alle superiori. Lei, invece, non sentiva l’esigenza di metter su famiglia. Era più uno spirito libero.

Eppure, quando nacque il mio primo figlio, Andrea, fu così felice che spesso, durante i nostri periodi di convivenza, mi aiutava nelle notti insonni e si prendeva cura del piccolo, come se fosse stato un nipotino di sangue.

In qualche caso, la maternità, se non condivisa, allontana le giovani amiche, mentre noi eravamo complici forse anche più di prima.
A unirci sono sempre state le grandi risate. Per esempio, mi viene in mente la nostra vacanza a Canazei: avevamo cenato tutti assieme nella baita in cui lei lavorava e, dopo aver mangiato e bevuto tantissimo, dovevamo raggiungere la valle con lo slittino e il solo ausilio di una torcia sulla testa. Parliamo ancora di tempi in cui la tecnologia era pressoché assente nelle nostre vite. Ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile raggiungere l’albergo vive, visto che siamo cadute più e più volte, rialzandoci sempre ridendo come matte.

Quando nacque Gianluca, fu inevitabile scegliere Anna Lisa come madrina. Da quel momento in poi, però, cominciammo a vederci meno perché lei si stabilì ad Albano Laziale, dove conobbe il suo attuale marito, e cessarono i suoi viaggi in solitaria, zaino in spalla.

Eppure, nonostante la distanza, riuscivamo ancora a sentirci vicine.
Ricordo come fosse ieri le lunghissime telefonate fatte di confidenze che non avremmo potuto affidare a nessun altro.

Anche quando scoprii di essere in attesa di Alessandro, fu la prima persona a cui lo comunicai. Ero preoccupatissima perché, poco tempo prima, avevo avuto problemi di salute e i medici mi avevano sconsigliata di avere altri figli. Ma la vita spesso decide da sé, e così una nuova luce avrebbe colorato le mie giornate, nonostante mi tormentasse la paura che qualcosa potesse andare storto.

Anna Lisa seppe toccare le corde giuste per rassicurarmi e non farmi mai sentire sola.

Il caso volle che, pochi mesi dopo la nascita di Ale, fu il suo test a essere positivo. Pregai a lungo che aspettasse una femmina: sarebbe stato bello se, dopo tre maschi, nella nostra grande famiglia fosse arrivata una bambina, e così fu. Quando presi in braccio Diletta per la prima volta, pensai che non mi sarei separata mai più da quegli occhioni così espressivi, ma non potevo immaginare che avrei avuto un valido motivo per non farlo.

Da subito, infatti, nacque una profonda sintonia tra lei e Alessandro. Ancora piccolissimi, dicevano di essere innamorati e mio figlio sosteneva che da grande l’avrebbe sposata. A noi adulti sembrava solo un amore platonico tra bimbi che sarebbe durato al più qualche mese. Ancora adesso, ripensiamo divertiti a quella volta in cui, alla festa per il primo compleanno di Diletta, Ale fece una scenata di gelosia a un bimbo che voleva solo abbracciare la festeggiata per farle gli auguri.

L’anno successivo, i bambini portarono le fedi ad Anna Lisa e David, e si emozionarono immaginando di sposarsi loro due al posto dei genitori di Diletta. Continuano a sognare di unirsi in matrimonio e ormai hanno 17 e 18 anni. Sono ancora legati da un grande amore. Anch’io e Anna Lisa non ci siamo mai perse. Nonostante la distanza, troviamo sempre modi per condividere tempo ed esperienze, e per passare qualche giorno insieme ai nostri cari. Ironizzando, lei dice che, per essere certo che non potessimo mai liberarci l’una dell’altra, il destino ci ha rese addirittura consuocere.

Per quanto mi riguarda, sono fatalista. Amo seminare tanto, ma poi lascio fare alla sorte. Ho cambiato mille volte lavoro, look, abitudini e mi reinvento continuamente, come donna e professionista, ma senza mettere in discussione due capisaldi, amore e amicizia. Chissà se davvero Alessandro e Diletta coroneranno il loro sogno. Io glielo auguro. Quel che è certo è che se l’amore eterno esiste, l’amicizia duratura non è da meno. So che Anna Lisa farà sempre parte della mia vita e io della sua e continueremo a condividere milioni di avventure. Non abbiamo mai fatto un viaggio da sole, ma prima o poi ci concederemo una fuga alla Thelma e Louise, come spesso ci capita di fantasticare. Il finale non sarà drammatico come nel film, semplicemente saremo unite in un’avventura per onorare un’amicizia che dura da una vita. ●

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