#Io non sono il mio tumore, con questo hashtag ha preso il via a gennaio la campagna di Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) per ottenere una legge che tuteli il diritto all’oblio oncologico.
Un termine difficile per esprimere un concetto molto semplice: la possibilità per chi è guarito da un tumore di tornare a fare una vita normale sotto tutti gli aspetti e di accedere a servizi oggi spesso negati.
Un esempio? In Italia un milione di persone guarite da una forma di neoplasia trovano difficoltà ad accedere a mutui e prestiti, assicurazioni e persino ad adottare figli.
Del tema ne parliamo su questo numero di Confidenze nell’intervista di copertina a Carolina Marconi che ha combattuto contro il tumore al seno e ora che è guarita si batte per i diritti degli ex malati, sostenendo Fondazione AIOM nella raccolta firme per l’oblio oncologico.
In tre mesi la campagna di Fondazione AIOM ha già raccolto più di 64.000 firme e l’obiettivo è arrivare a 100.000 entro l’estate così da portare il risultato della petizione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Premier Draghi oltre che al ministro per la Sanità Roberto Speranza, e chiedere una proposta di legge per il diritto all’oblio oncologico.
Un diritto che esiste già in ben cinque Paesi europei (Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo) dove gli ex malati non sono obbligati a dichiarare informazioni sulla propria malattia come invece avviene in Italia.
Oggi grazie alla ricerca scientifica le cure per i tumori assicurano un’alta probabilità di sopravvivenza ai pazienti e un’aspettativa di vita comunque lunga. Inoltre non tutte le forme tumorali hanno gli stessi tempi di guarigione.
Se si pensa che nel nostro Paese 3 milioni e 600.000 persone convivono con una diagnosi di cancro e almeno 1 milione ne è guarita, si capisce quanto sia importante garantire a questi cittadini un futuro libero dallo stigma della malattia. Specialmente per chi si ammala in giovane età e magari deve convivere tutta la vita con una diagnosi di malattia ormai superata, che crea limitazioni sotto tanti aspetti della vita personale e sociale.
La petizione si può firmare sul portale www.dirittoallobliotumori.org dove già tanti cittadini si sono espressi a favore.
“Con la legge per il Diritto all’oblio le persone non sarebbero più considerate malate dopo 5 anni dal termine delle cure se la neoplasia è stata diagnosticata in età pediatrica e dopo 10 in caso sia insorta in età adulta” ha dichiarato il presidente di Fondazione AIOM Giordano Beretta.” Si tratta di una legge di civiltà e di una battaglia etica”.
E tu cosa ne pensi: sei d’accordo con il diritto all’oblio oncologico?
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