“Annie era single da sette anni quando conobbe Graham. Ogni volta che pensava al suo primo matrimonio, anche dopo che era finito da un pezzo, la principale reazione emotiva era una sorta di vergogna. Vergogna per aver trovato attraente una persona nei cui confronti alla fine non provava quasi nulla. Per essere riuscita a viverci insieme tanto tempo. Scuse ne aveva, se avesse voluto usarle. Alan era decisamente un bell’uomo, con un’aria perbene: alto, con un ciuffo di capelli biondi che gli scendevano con grazia sulla fronte. E lei era giovane, così giovane e ignorante che sulle prime si era sentita in qualche modo inferiore: Alan era uno che sapeva dove stava andando, che sapeva cosa voleva. Annie era meno solida su quel terreno. Si era appena laureata e non aveva un’idea molto chiara del proprio futuro. (…) Fu mentre tornavano a casa in macchina da una festa, festa di cui lui stava parlando nel solito modo leggermente irritato, che lei si rese conto di trovarlo tutto sommato antipatico. Nel giro dei pochi giorni successivi arrivò, quasi letteralmente, a vederlo in maniera diversa. Tutto ciò che in lui le era parso ammirevole adesso le sembrava l’esatto opposto. Meschino. Sulla difensiva. Come aveva fatto a pensare di amarlo? Non lo amava. Le sembrava di non averlo mai amato. (…) Propose una separazione. Lui ne fu sorpreso, il che la sorprese a sua volta. (…) E quindi era libera, a ventinove anni”.
Annie e Graham si conoscono per caso il giorno dell’inaugurazione della libreria di lui. Graham è amico di Jeff, un tipo con il quale Annie fa sesso di tanto in tanto. Graham e Annie si innamorano, nasce una figlia, Sarah. Nasce anche un’amicizia tra Annie e Frieda, la prima moglie di Graham, e il legame che si stabilisce tra Sarah e il figlio di Graham e Frieda, Lucas, è forte. La passione di Annie per la fotografia, passione che Alan un po’ derideva, diventa una certezza. L’allegria di Graham, la passione per i libri, una linfa vitale per la coppia. La coppia perfetta. Annie ha l’assoluta certezza di aver trovato in Graham il compagno unico, il significato creativo della monogamia. Talmente potente è l’alchimia tra i due da rendere possibile l’affetto reale di Annie per Frieda. Frieda che non ha mai smesso di amare Graham ma che ha trovato il coraggio per lasciarlo: lui desiderava una vita di coppia aperta, lei all’inizio aveva detto sì, ok, ma poi, dopo qualche amante occasionale si era accorta che no, lei non poteva concepire che l’amore potesse essere più di uno. Non se sei innamorato davvero.
Dopo trent’anni di matrimonio con Annie, un matrimonio felice, Graham muore. Di notte. Annie pensa di non riuscire a farcela: tutto era lui per lei così come lei era tutto per lui. O almeno così credeva. Perché Graham in realtà aveva un’altra storia, un altro amore, un altro luogo del cuore. Forse più di uno.
E quindi cosa accade? Accade forse che Annie dia di matto, che riveda il senso del suo aver amato Graham ed essere stata tradita? No. Accade che il romanzo della Miller prende tante strade, alcune dirette verso il presente, altre vere e proprie autostrade veloci verso il passato. Accade che tante voci si incontrano e intrecciano per raccontare le numerose storie che portano ognuno di noi a trovare un equilibrio. Accade una rivoluzione etimologica: forse la monogamia deve passare attraverso stati di affollamento per poter confermare la sua struttura, la sua specificità. Ancora di più: spesso chi sembra allontanarsi da noi lo fa per riuscire a vederci meglio, per intero. E abbracciarci.
Sue Miller, Monogamia, Fazi Editore
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