Si è parlato di spegnere i lampioni nelle strade delle città a una cert’ora, di non lasciare illuminate le vetrine di notte, di chiudere le scuole il sabato e ridurre l’orario degli uffici pubblici. Sono alcune delle misure che ogni giorno sentiamo dalla Tv e dai giornali e che le istituzioni stanno vagliando per far fronte alla più grande crisi energetica del dopo guerra.  Tra queste c’è anche la proposta di mantenere per sempre l’ora legale, come alternativa alle misure di emergenza già varate, che porterebbe a un risparmio di 3 miliardi di euro nel 2023 sui consumi di elettricità.

A dirlo è la Confederazione Nazionale Piccole e Medie imprese in un articolo del Corriere della Sera dell’11 ottobre.

In attesa di riportare indietro le lancette di un’ora nell’ultimo weekend del mese di ottobre, una ricerca del Centro studi di Conflavoro PMI ha fatto i conti per dimostrare come mantenendo l’ora legale si otterrebbe un risparmio  di energia significativo soprattutto per le attività lavorative.

Andando incontro all’inverno infatti sarà inevitabile accendere le luci già alle 16.30 del pomeriggio mentre lasciando le lancette avanti di un’ora si guadagnerebbe un po’ più di luce, specie nel pomeriggio quando le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Ipotizzando che dal 30 ottobre al 26 marzo si applicasse l’ora legale, si guadagnerebbe un’ora di luce naturale in più al giorno per un totale di 147 ore. Il che porterebbe appunto a risparmi ipotizzabili di 2,7 miliardi di euro per il 2023.  Un aiuto che eviterebbe o ridurrebbe in parte le misure di razionamento previste come la riduzione delle ore di riscaldamento nelle abitazioni e la riduzione dell’orario di lavoro con l’introduzione della settimana corta già partita in molti Paesi europei e allo studio per esempio a Milano dove il sindaco Beppe Sala sta valutando di applicarla negli uffici pubblici.

E tu cosa ne pensi: sei d’accordo nel mantenere l’ora legale per risparmiare energia?