Lo hanno realizzato gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed è un pratico prontuario di indicazioni chiare ed efficaci per proteggere i bambini dalle insidie che inevitabilmente l’estate porta con sé: sole, temperature elevate, punture di animali e quant’altro.
Vediamo allora come devono comportarsi genitori, zii, nonni e parenti tutti per affrontare con serenità l’estate in compagnia dei più piccoli.
1. Ore in cui far uscire il bambino Esporre il corpo alla luce solare è fondamentale perché produca vitamina D, che consente l’assorbimento del calcio e il suo deposito nelle ossa. È però altrettanto vero che prendere il sole nelle ore più calde o troppo a lungo può provocare scottature, aumentando il rischio di sviluppare tumori della pelle in età adulta. Per i bambini di età inferiore ai 6 mesi è meglio evitare completamente l’esposizione diretta ai raggi solari. Invece, per i bambini tra i 6 mesi e i 2 anni, è consigliabile evitare di esporli al sole durante le ore comprese tra le 10.30 e le 18.30.
2. Come vestirlo I tessuti naturali e traspiranti, come lino e cotone sono ideali, poiché aiutano a mantenere una temperatura corporea più stabile e permettono alla pelle di respirare. I colori chiari riflettono la luce solare, contribuendo a tenere il corpo fresco. Vanno tenute in conto le esigenze specifiche dei bambini più piccoli, che tendono a soffrire di più il caldo, perché hanno maggiori difficoltà a mantenere una temperatura costante. Per non farsi trovare impreparati dal passaggio da un ambiente caldo a quelli con aria condizionata, va portato con sé un capo di abbigliamento in più, da far indossare al bambino in emergenza. Cappellini e occhiali da sole, per i bimbi che riescono a tenerli, sarebbero l’ideale per proteggere i loro occhi delicati dai danni del sole.
3. Cosa dargli da mangiare Perlomeno quando fa più caldo, è meglio ridurre leggermente l’apporto calorico, in particolare “tagliando” gli alimenti grassi. Frutta e verdura fanno la parte del leone, ricche come sono di acqua e sali minerali, preziosissimi, ancor più, in estate, per evitare la disidratazione e contrastare la perdita di elettroliti. Bene spremute, frullati e centrifugati, ma non freddi; da evitare, invece, le bevande gasate e dolci.
4. Da che età portarlo al mare Nei primi 6 mesi meglio rinunciare alla spiaggia o limitarla alle primissime ore del mattino o al tramonto. Poi si potrà gradualmente portare il bambino al mare fino alle 10.30 oppure dopo le 18.30 e, dopo i 2 anni, gli orari sono destinati via via ad ampliarsi.
5. Da che età fargli fare il bagno Anche in tal caso fino ai 6 mesi è sconsigliato immergere il bambino in acqua, che sia mare, lago o piscina. Dai 6 mesi in su, ok in braccio a un adulto, con gradualità e solo se le temperature sono adeguate. Sale o cloro vanno poi lavati via dalla pelle del piccolo con acqua dolce.
6. A che altitudine si può portarlo in montagna 3-12 mesi fino a 2000 metri; 2-5 anni fino a 2500 metri; più di 5 anni anche oltre i 2500 metri. Il tutto però se il bambino non ha problemi di salute. L’uso di cabinovie veloci è sempre sconsigliato nei primi 2-3 anni di vita.
7. Che fare in caso di punture di zanzare Si può applicare un gel di cloruro di alluminio al 5%, che agisce sia sul prurito che sul gonfiore. Oppure un impacco di ghiaccio, per qualche minuto.
8. Che fare in caso di contatti con meduse Bisogna innanzitutto grattare con una tessera di plastica la zona della pelle venuta a contatto. Quindi applicarvi, senza sfregare, sabbia calda, dal momento che il veleno si disattiva col calore. Poi la parte va detersa con acqua salata e si applica un gel al cloruro di alluminio al 5%.
9. Che fare in caso di puntura di pesci ragno Va immerso subito il piede in acqua calda, perché anche la tossina inoculata tramite la spina dorsale del pesce ragno (o tracina), che vive sui fondali sabbiosi, è termolabile.
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