Al mare in smartworking, sto vivendo settimane molto strane. Nel senso che non mi sento in vacanza, ma neppure in modalità lavoro. Quindi, le mie giornate passano tra il computer, la spiaggia e inaspettati happening. Per esempio, una cena improvvisata all’ultimo insieme a una cara amica che ormai vedo poco. Con la quale, però, l’altra sera mi sono intrattenuta dalle 20 a notte inoltrata, senza che nessuna delle due si accorgesse del tempo che passava.
Ve lo racconto per tessere anch’io un’Ode al sentimento più bello e prezioso (è il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso): l’amicizia!
L’argomento, lo so, l’ho già trattato più volte. Ma se finora mi sono espressa sui rapporti (fantastici) che legano le persone che si sentono e frequentano con assiduità, oggi voglio parlare di quelli apparentemente “sfioriti”. Ma che, in realtà, continuano a conservare densità e intensità pronte a sbocciare di nuovo appena capita di incontrarsi.
Manifestazione di una rigogliosa primavera a fine luglio è stata proprio la lunga cena con la Raffa.
Ecco la nostra storia: ci siamo conosciute più di 30 anni fa e, vista la simpatia reciproca, come succede quando si è giovani per un certo periodo abbiamo condiviso mille cose.
Poi, crescendo le nostre strade hanno preso direzioni diverse. Eppure, non ci siamo mai perse del tutto: qualche telefonata per gli aggiornamenti e alcuni inviti ricevuti da entrambe hanno fatto sì che ogni tanto ricevessimo notizie dell’altra. Sempre con grande gioia. E lasciandoci con la promessa di non rimandare troppo il prossimo appuntamento.
Peccato che impegni, abitudini, orari differenti rendano molto difficile a chiunque onorare tale giuramento. Ma non riuscire a rispettarlo non significa impoverire una bella amicizia. Tant’è che basta una piccola occasione per rendersi conto della grandiosità che può conservare questo meraviglioso sentimento.
A confermarlo c’è che qualche sera fa abbiamo parlato di tutto e di più senza la minima paura di svelare le nostre debolezze. Ma neppure il timore di apparire troppo presuntuose. Insomma, abbiamo oscillato tra variegati stati d’animo (a seconda dell’argomento) in piena libertà. Con la possibilità di essere noi stesse. E di condividere la nostra essenza più veritiera in totale assenza di filtri.
Posso dire? Una figata! Ma anche un’opportunità piuttosto rara. Perché scioltezza, confidenza e sincerità appartengono solo alle persone accomunate da una fortissima fratellanza. Un bene tanto bello e prezioso (come recita l’articolo di Confidenze), oltre che trasudante affetto, da difendere a tutti i costi.
Per dirla giusta, più che difeso va coltivato. Che non vuol dire obbligarsi all’assiduità, rischiando di trasformarlo in un’incombenza. Semplicemente, basta cogliere i momenti propizi per rinsaldare quello che c’è stato, in modo che continui a esserci anche in futuro. Nonostante nel corso degli anni tante cose possano cambiare.
Nel nostro caso, per esempio, non siamo più le persone con gli stessi interessi che si erano conosciute da ragazze. Eppure, entrambe abbiamo registrato e accettato le evoluzioni dell’altra senza giudicarle. Anzi, considerandole parte di due cammini che ci hanno portate a essere ciò che siamo oggi. Diversissime ma, anche se a distanza, legate ora come allora.
Non a caso, appena ci ritroviamo nascono queste serate impagabili. Nelle quali parliamo della qualunque. Ma, soprattutto, ci confidiamo libere da ogni tabù anche sui temi più scabrosi.
Con gli amici che si frequentano con puntualità, questa è la regola. Ma scoprire che lo stesso trasporto non perde forza vedendosi poco è sempre una sorpresa emozionante.
Ed eccomi, allora, a tessere a gran voce l’Ode al sentimento più bello e prezioso. Perché se è vero che chi trova un amico trova un tesoro, lo stesso vale per chi lo ritrova!
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