Se dovessi diventarlo, sarò una brava nonna?

Cuore
Ascolta la storia

Quando dichiaro di non vedere l'ora di diventare nonna, non sono sincera al 100%. Sono un cuore arido? No, solo un po' preoccupata e insicura

Dei 12 milioni di italiani over 60, uno su tre si occupa ogni giorno dei nipoti. Lo dichiarano ufficialmente i dati riportati nell’articolo Cercasi nonna disperatamente, su Confidenze in edicola adesso. E, ufficiosamente, molte amiche che vedo alle prese con i figli dei loro figli.

Invece, pur essendo nel pieno dell’età giusta, i miei ragazzi sono ancora lontani anni luce dall’idea di procreare. Ma se io continuo a dire che aspetto trepidante di tuffarmi nel ruolo di “nonna Albie”, in realtà non sono del tutto sincera.

La parte, infatti, offre molti pro. Però, anche dei contro da non sottovalutare.

Partiamo dai pro. All’inizio di bellissimo ci sarebbe l’avere tra le braccia un neonato. Ovvero, esserino che mi ha sempre lasciato indifferente (se non addirittura impressionato) fino a quando ho messo al mondo il mio primo bambino.

Da allora, considero ogni bebè ciò che di più affascinante esista sulla faccia della terra. Minuscolo, ma di una grandiosità straordinaria. Dotato di una forza sovrumana, eppure così indifeso. Con le sembianze di una specie di ET, incapaci di rivelare come si trasformeranno.

Andando avanti, il mostriciattolo comincerebbe a darmi soddisfazioni raggiungendo i suoi traguardi. Mi chiamerebbe «Nonna» inondando il mio cuore di amore puro. Porterebbe nell’intera famiglia quell’allegria che solo i bambini sanno regalare.

In tutto questo, poi, la ciliegina sulla torta è che io sarei partecipe della sua crescita senza le responsabilità di un genitore. Il che significa che potrei viziarlo fino alla nausea, tanto il compito di educarlo spetta alla mamma e al papà.

Passiamo ora ai contro: ansiosa come sono, confesso che non mi sento pronta ad affrontare di nuovo le infinite preoccupazioni scatenate da un omino in miniatura. Infatti, solo al pensiero di un colpo di tosse di un nipote che ancora non esiste vado già in sbattone totale.

In più, essendo madre di figli maschi, do per certo che la nonna “vera” non sarò considerata io, ma la consuocera. Mentre a me verrà concesso un tristissimo ruolo subalterno. La consapevolezza è tale da spingermi a sperare che almeno uno dei due sposi un’orfana. Ma poiché non sono sicura che accadrà, con estremo anticipo sto facendo i conti con la mia futura posizione secondaria.

Rosa dalla gelosia? Non posso dirlo, visto che non conosco ancora le persone con cui dovrò relazionarmi. Per il momento, il problema è che mi vedo già usurpato ciò che mia mamma ha vissuto con i suoi nipoti: un’esperienza assolutamente meravigliosa, anche se del tutto inaspettata. Vi spiego perché.

Da piccola ho avuto molto poco a che fare con i miei nonni. E se dobbiamo dirla tutta, mia madre non è stata delle più presenti. Giovanissima (mi ha avuta a 21 anni), bellissima, spiritosissima e mondanissima, non la si poteva certo definire un esempio di dedizione nei confronti della prole.

Alla quale ha sicuramente dato tanto e insegnato tantissimo. Ma con le sue modalità. Che sono completamente cambiate nel momento esatto in cui ha visto il primo nipotino (mio figlio). Da lì, l’incredibile trasformazione che ha basito tutti.

Il piccolo era ancora in clinica e lei aveva già attrezzato casa sua come se fosse la puerpera. Qualsiasi tipo di proposta le arrivasse dagli amici, cercava di capire se fosse compatibile con il bimbotto. Il primo pensiero della mattina e l’ultimo della sera erano dedicati a lui.

Lo stesso si è ripetuto con il secondo nipote. Tant’è che la coppia di nanetti ha reso mia mamma la regina delle nonne: un’ottima educatrice, dotata però di una tenerezza che neanche Mrs Doubtfire.

Non solo. E’ stata talmente brava a miscelare bastone e carota, da creare con i miei figli un rapporto davvero invidiabile di rispetto, ammirazione, confidenza e amore infinito.

Ed eccomi, allora, al dubbio amletico: riuscirò mai a essere (o non essere) una nonna alla sua altezza? Per fortuna, ci vuole ancora un bel po’ per scoprirlo.

Confidenze