La volontà di cambiare di bell hooks

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Un saggio sul patriarcato e su come esso, a dispetto del femminismo, sia ancora radicato nella società, con tutti i danni conseguenti.

Trama – Mascolinità e amore, questo il sottotitolo del saggio di Gloria Jean Watkins che scelse il nome della bisnonna paterna come pseudonimo da scrivere esclusivamente con le iniziali minuscole. Gli uomini cresciuti in una società patriarcale hanno subito un irrigidimento e uno svuotamento: il mito della forza ha minato le basi necessarie dell’emotività, dalla quale hanno imparato a difendersi. Ogni aspetto del patriarcato penetra nelle più diversificate ambientazioni di vita: il patriarcato soffoca l’amore, deforma l’approccio lavorativo, violenta la serenità. L’integrità maschile va rivendicata, questo sostiene la hooks. Agli uomini va lasciata la libertà di percorrere un cammino antico, quello verso la completezza del proprio essere. La mascolinità che nasce dal patriarcato non è forte ma scomposta, tagliente, aguzza, monca. La violenza che nasce da una violenza (quella operata dalle culture che del patriarcato fanno uso e abuso) è un riflesso che può essere eliminato. Una rivoluzione delle coscienze è quanto permetterà a uomini e donne di vivere con serenità il genere in tutte le sue sfumature e fondare, in accordo con le istanze e necessità della natura, un mondo basato sulla cooperazione degli esseri umani.

Un assaggio – Nonostante i numerosi successi del movimento femminista contemporaneo – una maggiore uguaglianza tra uomini e donne nei posti di lavoro, una maggiore tolleranza nei confronti dell’abbandono dei rigidi ruoli di genere – il patriarcato come sistema è rimasto immutato, e molte persone continuano a credere che sia necessario per la sopravvivenza della specie umana. Questa convinzione sembra paradossale, dato che i metodi patriarcali di organizzazione degli stati, in particolare l’insistenza sulla violenza come mezzo di controllo sociale, ha di fatto portato al massacro di milioni di persone in tutto il pianeta. Fino a quando non saremo in grado di riconoscere collettivamente i danni causati dal patriarcato e la sofferenza che provoca, non possiamo affrontare il dolore maschile. Non possiamo pretendere per gli uomini il diritto di essere integri, di essere donatori e sostenitori della vita. Ovviamente alcuni uomini patriarcali sono capaci di provvedere ai bisogni materiali della famiglia e di prendersene cura in modo affidabile e perfino benevolo, ma sono comunque prigionieri di un sistema che mina la loro salute mentale. Il patriarcato incoraggia la follia. È alla radice dei disturbi psicologici che affliggono gli uomini.

Leggerlo perché – Il primo motivo per leggere questo saggio della filosofa – pensatrice, osservatrice, ritrattista, anatomopatologa della società – americana del 2004, tradotto in italiano da Bruna Tortorella nel 2022, è che è scritto meravigliosamente. Chiaro, dotto, scivola dentro e addosso come un’acqua termale di quelle che generano immensa salute. La hooks ha edificato con il suo pensiero ricco di riflessioni profonde un senso ecumenico del femminismo. E questo esercizio di onestà intellettuale passa attraverso la critica della funzione che le donne si disegnano addosso: sentirsi vittime, aver voglia di reagire ma poi cadere nella trappola della fittizia supremazia maschile. A parole reclamiamo diritti, posizioni. Con i fatti, sottopelle, cadiamo costantemente vittime di un bizzarro gioco al massacro: dimostriamo per strada e gridiamo basta, urliamo no alla violenza ma poi nella piccola stanza del nostro cuore supplichiamo e reclamiamo attenzioni minime, costruiamo castelli neanche di sabbia, castelli di polvere. Gli uomini possono ritrovare loro stessi, disarmarsi da paure che li fomentano; noi dobbiamo smettere di sovrastarne e dirigerne la volontà. Il femminismo non è “rosa al potere” ma partecipazione, squadra, equilibrio, ascolto. Oggi il patriarcato ha bisogno della indipendenza delle donne per trovare spazi di autonomia rigenerante per l’uomo e anche per la donna.

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