Sesso virtuale e reale: il fenomeno OnlyFans

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Su Confidenze raccontiamo di una ragazza che ha scelto di fare la pornostar. Ma esiste un fenomeno più soft che dilaga tra le giovani, è OnlyFans

Su Confidenze nelle storie vere Giovanna Sica racconta la sofferenza di una madre e di un’intera famiglia davanti alla scelta della figlia di fare l’attrice porno. A nulla valgono i consigli e gli ammonimenti dei familiari, davanti a una ragazza che come recita il titolo della storia, risponde: Faccio come mi pare.
Leggendo la storia ho pensato ai genitori (ignari) delle tante ragazze che oggi, in modo meno evidente e traumatico, mettono in vendita il loro corpo attraverso i tanti siti Internet di video e foto a pagamento. L’avvento di Internet e dei social ha solo favorito l’esibizione del proprio corpo on line, generando anche fenomeni estremi come il sexting (lo scambio inconsapevole di foto intime tra cellulari di adolescenti) e il cybersex.
Ma intanto oggi le due principali piattaforme on line YouPorn e Xvideos arrivano a fare rispettivamente 2 e 4 miliardi di pagine viste al mese. È un intero mondo sommerso di cui il fenomeno più eclatante è OnlyFans. Il sito è nato nel 2016 in Inghilterra con lo scopo di caricare e mettere in vendita contenuti in streaming, (in origine non si trattava di contenuti per adulti ) e durante l’isolamento imposto dalla pandemia ha visto crescere in modo esponenziale la domanda di video e sexy e contenuti esclusivi auto prodotti per i quali le persone sono disposte a pagare.
Morale, oggi OnlyFans conta 150 milioni di iscritti e un fatturato di 2,5 miliardi di dollari (dati del Sole24Ore). E nel 2022 sono stati censiti 3,2 milioni di creatori di contenuti, i cosiddetti creator che generano immagini e video auto prodotti.

Molti di questi sono ragazze e ragazzine che postano i propri video e immagini a carattere erotico in cambio di denaro e la chiave di successo del sito sta nel fatto che non sono ”professioniste del sesso”, ma ragazze della porta accanto che, complice l’anonimato e lo schermo di un computer o cellulare, si sentono più autorizzate e forse più protette nell’esibire il proprio corpo in un video che non in un incontro reale.
E così su OnlyFans si trovano immagini che vanno dalla semplice foto in lingerie, al video fatto in casa fino a contenuti esclusivi che possono essere commissionati in chat privata per una cifra extra.
Ma che cosa spinge una ragazza “normale” a postare le foto di parti intime o altro per darle in pasto agli abbonati? (Chi si iscrive al sito paga una canone di abbonamento mensile di 9,90 dollari, chi mette a disposizione i contenuti ne guadagna 7,90 e il resto va alla piattaforma).
A leggere le testimonianze delle dirette interessate è un modo come un altro per arrotondare i guadagni, la maggior parte sono giovanissime, a volte insospettabili studentesse che invece di dare ripetizioni o cercarsi un lavoro, optano per quello che in molti hanno già soprannominato l’Instagram del porno.

Altre invece un lavoro ce l’hanno già ma magari per togliersi lo sfizio di una borsa firmata o un cappotto in più “arrotondano” su OnlyFans. E infine ci sono quelle che di OnlyFans hanno fatto un lavoro, dedicando tempo ed energie ad alimentare il loro profilo di foto e ad aumentare così i “fans”.

Senza parlare delle cosiddette Wish list, la lista dei desideri che ogni creator può pubblicare su Amazon, ovvero i regali che gli abbonati possono fare alle loro beniamine.
Potremmo dire che ogni epoca ha la sua forma di dipendenza dal sesso, anni fa c’erano le linee telefoniche erotiche che spopolavano, poi le chat erotiche, oggi nella civiltà delle immagini siamo subissati di video e foto.

Il rischio però a mio parere è che specie tra le ragazze più giovani non venga percepito il confine tra il divertimento, il gioco, l’esibizionismo e la prostituzione, che lo schermo del virtuale renda in un certo senso meno grave e pericoloso il fatto di mettere in vendita immagini del proprio corpo on line di quanto non lo sia fare la stessa cosa nella realtà.

Ma bisognerebbe ricordare che ciò che finisce in Rete è inciso nella pietra e resta visibile per sempre. O forse per alcune il problema non si pone neanche. Business in business come dicono gli americani…
Voi cosa ne pensate?

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