Il troppo di una cosa buona è una cosa cattiva. L’avevi mai sentito dire? Si adatta perfettamente all’argomento di questo post.
Nella società contemporanea, l’attenzione verso uno stile di vita sano ormai è relativamente diffusa: ogni giorno, un numero crescente di persone adotta abitudini alimentari e comportamenti che promuovono il benessere fisico e mentale. È da ammirare chi decide di prendersi attivamente cura della propria salute, diventando più consapevole di ciò che mangia, rinunciando a vizi nocivi, praticando la giusta quantità di moto, adottando tecniche per il controllo dello stress, riducendo i farmaci non necessari e via discorrendo.
Tuttavia, il confine tra essere protagonisti della propria salute e lasciarsi trascinare nell’estremismo è piuttosto sottile. Personalmente ho riscontrato in diversi miei pazienti la tendenza a superarlo con facilità e sono certo che anche tu conosci qualcuno – un amico, un collega, forse addirittura un parente – che verso l’idea di una vita sana ha sviluppato un’attenzione eccessiva, quasi patologica.
Il salutista fanatico lo noti subito: è quello che esclude intere categorie di alimenti senza una valida ragione; divide i cibi in nocivi e salvifici; segue diete e programmi di allenamento in modo maniacale, quasi fossero precetti biblici; non si concede sgarri e, se mai dovesse farlo, si sente mortalmente in colpa; tende a evitare quelle situazioni sociali che potrebbero indurlo a deviare dalla “retta via”; è ossessionato dalla forma fisica, dalla bilancia, dallo specchio, dai valori degli esami del sangue. E’ poco il benessere complessivo che può derivare da un atteggiamento del genere, che erode drasticamente serenità e piacere del cibo e della convivialità.
Sai qual è l’aspetto che cerco di stimolare, più di ogni altro, in tutti i pazienti che ricevo alla Clinica del Cibo? Prima ancora della salute, prima ancora del benessere, c’è un requisito irrinunciabile. Si chiama equilibrio. Senza, non può esserci piena salute, né pieno benessere. È necessario equilibrio per star bene davvero, totalmente, olisticamente, nel corpo, nella mente, nelle emozioni, nelle relazioni con se stessi e con gli altri.
Il pericolo del fanatismo nel salutismo risiede nella mancanza di equilibrio. Quando la ricerca della salute è esasperata, si rischia di perdere di vista l’aspetto più importante: godere della vita.
Salutismo non è sinonimo né di sacrificio né di mortificazione. La chiave per uno stile di vita realmente sano è trovare il giusto equilibrio tra il prendersi cura del proprio corpo e il concedersi il piacere di vivere pienamente. Una dieta equilibrata può includere occasionali indulgenze, senza che ciò comprometta gli sforzi complessivi. Un’attività fisica equilibrata si configura come un’esperienza piacevole e gratificante, non come un impegno fonte di ansia e stress.
Dobbiamo avere la sensibilità e la saggezza di mantenere una prospettiva razionale nel nostro continuo viaggio verso una salute migliore, senza perdere lungo il cammino ciò che rende la vita più appagante e, insieme, la capacità di ascoltarci realmente.
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