Veronica e il Diavolo di Fernanda Alfieri

Leggi con noi
Ascolta la storia

Un libro che ricostruisce i diari dell'esorcismo compiuto nel 1834 su una ragazza di Roma.

di Tiziana Pasetti

Trama – Roma, via di Sant’Anna è una stradina stretta che collega il ghetto ebraico a Campo de’ Fiori. In quella via abita Veronica, Veronica Hamerani. È quasi il tempo di Natale, manca poco alla rievocazione della Nascita, poco più di ventiquattro ore, quando due gesuiti bussano alla porta di casa della ragazza. Hanno una missione: liberarla dal demonio, un demonio che l’ha presa di mira, che la invade, abita, altera, svuota della cristiana umanità e rassegnazione. Cosa le combina questo diavolo in corpo? La fa impazzire come se una elettricità le bruciasse i nervi, le facesse saltare le sinapsi. Padre Kohlmann è convinto, non ci sono dubbi, va esorcizzata. Padre Manera, anche lui emanazione in terra della Voce Divina, ha qualche dubbio, secondo lui Veronica potrebbe essere una brava attrice. Poi c’è la scienza, quella a Dio e al Diavolo dice ok, ma tra Cielo e Inferi, fatti vostri, intanto noi ci occupiamo di quelli nostri qui in Terra e questa poveretta, preda di convulsioni isteriche, la curiamo senza farla impazzire. Fernanda Alfieri ha ritrovato i diari dei gesuiti che raccontano i fatti di quell’esorcismo e tanto altro: lo spirito di un tempo moderno ancora capace di incupire, annullare, violentare la ragione strumentalizzando la figura di un Dio e del suo antagonista.

Un assaggio – 29 dicembre 1834, Diario di Padre Manera: Esortazione del Padre Kohlmann agli astanti posti tutti in ginocchio perché facciano atti di viva fede, di speranza, di pentimento e di proposito. La giovane accompagna questi atti con gli occhi rivolti all’Immagine di Maria Santissima e composti ad affetto di somma divozione traendo qualche sospiro dal petto. Si cominciano le litanie, la giovane risponde: Ora pro me. e per pregare con più raccoglimento e fervore piega la fronte sulla mano destra. Alle parole Ab insidiis diaboli è assalita. Piedi alla testa, chiome agitate, grugnito, fischio accompagnato da agitazione semicircolare del capo. Vangelo di San Luca. Videbam Satan, sicut fulgur de caelo cadentem (Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore). Urli, lagni di profondo dolore, grida e voci diverse, e tremende. Le stesse parole reiterate trenta volte e più han cagionato un avvicendarsi di quasi altrettanti moti pittoreschi, pieni del più sublime terrore, rispetto a cui i versi di Milton, dell’Alighieri, e le tinte di Michelangelo, sono ombre povere e smorte. L’umana favella è impotente ad esprimere le forme di più tremenda pietà, di profondo dolore, di mortale abbattimento, d’inutile pentimento soppresso, e di abbandonata costernazione, con cui il Superbo Spirito ricordando l’antica sconfitta e la caduta dall’altezza del trono a cui fu sollevato da Dio prendeva varie positure con moti parlanti di tutta la persona.

Leggerlo perché – Consiglio questa lettura per più motivi. Potrà piacere a chi ama le atmosfere gotiche, a chi abbia bisogno di un modello come riferimento nella stesura di un saggio che abbia il sapore potente e la forza trainante di un romanzo, a chi abbia interesse verso le cose divine e, quindi, diaboliche. I fatti di cronaca raccontano spesso degenerazioni umane legate alla lotta tra Bene e il Male: indimenticabili le Bestie di Satana, ancora tutti da chiarire gli avvenimenti di Altavilla Milicia. Venticinque anni fa a Varese, oggi in Sicilia: non esistono differenze culturali, non c’è nord e sud, esiste qualcosa che ha a che fare con disagi profondi, con solitudini, con malattie della psiche, con una sempre più rocambolesca e cinematografica alterazione della realtà. Chi crede ha un’arma assoluta verso il Cornuto: la preghiera. Chi strumentalizza la religione per indorare l’odio e la sete di poteri, le impotenze, non cerchi il diavolo altrove: lo troverà dentro di sé, mascherato da Dio.

Fernanda Alfieri, Veronica e il Diavolo, Einaudi

Confidenze